San Giorgio Canavese

La comunità ha salutato Walter Chiolerio

Walter Chiolerio era stato per tanti anni marmista presso un'azienda locale e da giovane era stato una promessa del calcio

La comunità ha salutato Walter Chiolerio
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La comunità ha salutato Walter Chiolerio: le esequie si sono svolte giovedì 16 dicembre

La comunità ha salutato Walter Chiolerio

Una tragedia che ha colpito due comunità, quella di Caluso dove è avvenuto il fatto, ancora al vaglio degli inquirenti, e quella di San Giorgio Canavese, di cui Walter Chiolerio era originario. Un ritardo nel comunicare alle autorità competenti il decesso del proprio convivente ha motivato l’indagine condotte da parte del pm di Ivrea Daniele Piergianni. Walter Chiolerio, originario di San Giorgio Canavese, cardiopatico, era reduce da un ricovero in ospedale, al termine del quale aveva soggiornato presso la sorella. Aveva poi deciso però di trasferirsi a Caluso a casa della compagna, che frequentava da sei anni. La donna dovrà spiegare perché ha contattato le pompe funebri il giorno successivo al decesso del convivente anziché avvisare un medico o il 118.
Pare avesse infatti ritrovato il compagno esanime, probabilmente morto nel sonno per cause naturali, considerata l’assenza di segni di violenza sul corpo così come appurato dopo una prima analisi. Il medico legale Stefano Ricciardelli non è stato in grado di accertare con esattezza l’ora e le modalità del decesso e solo l’autopsia potrà appurare se un intervento tempestivo del 118 avrebbe potuto evitare la tragedia.

Il ricordo del nipote

Walter Chiolerio aveva lavorato a lungo come marmista ed era attualmente in pensione. Oltre alla sorella, che l’aveva ospitato dopo il ricovero ospedaliero, aveva due fratelli, entrambi deceduti, uno in un incidente anni fa, l’altro lo scorso anno per Covid. Molto conosciuto nel suo paese di origine, Walter era anche lo zio di Ivo Chiolerio, ex consigliere comunale di Bairo e tuttora impegnato nella vita sociale e culturale del suo paese: «Mio zio da giovane fu una promessa del calcio, della squadra del San Giorgio, così come sono ancora oggi indimenticabili le sue partite a bocce. Di lavoro faceva il marmista, come anche mio padre e l’altro mio zio, deceduto a soli 43 anni: avevano lavorato tutti e tre da Avetta, sempre nello stabilimento di San Giorgio. Non si è mai sposato ma aveva trovato una compagna adesso che era più avanti con l’età. Quello che gli è accaduto è davvero una tragedia». Le esequie si sono svolte giovedì 16 alle ore 15 presso la parrocchia di San Giorgio Canavese.

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