La condanna dopo 30 anni di abusi alla moglie
Trent’anni di maltrattamenti che hanno finalmente visto una fine giovedì 29 giugno con la condanna dell’imputato, V.A., un cinquantanovenne residente a Borgaro Torinese, accusato di maltrattamenti nei confronti della ex moglie.
Trent’anni di maltrattamenti che hanno finalmente visto una fine giovedì 29 giugno con la condanna dell’imputato, V.A., un cinquantanovenne residente a Borgaro Torinese, accusato di maltrattamenti nei confronti della ex moglie.
Trent’anni di maltrattamenti che hanno finalmente visto una fine giovedì 29 giugno con la condanna dell’imputato, V.A., un cinquantanovenne residente a Borgaro Torinese, accusato di maltrattamenti nei confronti della ex moglie. Due anni e due mesi di reclusione era stata la pena richiesta dal pubblico ministero nella precedente udienza, mentre l’avvocato difensore, Lorenzo Bianco aveva puntato sull’inattendibilità delle accuse ed aveva quindi chiesto che il suo assistito fosse completamente assolto. Tuttavia, anche se l’uomo è stato condannato, la pena finale è stata più lieve di quella richiesta dalla pubblica accusa. A raccontare la vicenda, nella precedente udienza di qualche mese fa, era stata proprio l’ex compagna dell’uomo, che aveva parlato di un inferno durato più di trent’anni. Nel 2015, però, la donna trova finalmente il coraggio per mettere la parola fine alla loro relazione, fatta di angherie e violenze di ogni sorta: la donna lo denuncia e lascia la casa di proprietà, chiudendo la vicenda con la separazione e la divisione dei beni. Davanti al giudice Ombretta Vanini, la donna aveva raccontato che il marito era un uomo abituato ad essere servito e riverito, soprattutto dalla madre. I maltrattamenti nei suoi confronti, invece, sarebbero iniziati già quando la ex moglie era in gravidanza e la situazione non sarebbe migliorata in seguito. Nel 2003 la donna era finita anche al Pronto soccorso per un taglio all’orecchio a causa dell’orologio che lui portava al polso. Dopo molte occasioni per migliorare e tante promesse che la situazione si sarebbe calmata, la donna aveva scelto di ritirare la querela, motivo per cui l’uomo non era finito al banco degli imputati già prima dell’attuale procedimento giudiziario. L’imputato, nonostante le prove a suo sfavore, aveva sempre negato le accuse rivoltegli dalla ex compagna. A mettere la parola fine a questa storia è stato il giudice, che ha condannato l’uomo a 1 anno e cinque mesi di reclusione e a dover pagare le spese processuali. Inoltre, dovrà risarcire 5000 euro alla donna, a cui vanno sommate le spese di costituzione di parte civile che ammontano a circa 2300 euro.