lutto

L’ultimo saluto di Cuorgnè a Ignazio Ierardi

Dal suo bar Ignazio è stato per 30 anni attivo testimone della storia della città

L’ultimo saluto di Cuorgnè a Ignazio Ierardi

L’ultimo saluto di Cuorgnè a Ignazio Ierardi. Dal suo bar Ignazio è stato per 30 anni attivo testimone della storia della città

L’ultimo saluto di Cuorgnè a Ignazio Ierardi

La città di Cuorgnè ha detto addio mercoledì 1 ottobre,  a Ignazio Ierardi, mancato a 76 anni sabato scorso. Di origine calabrese, Ierardi era da anni un punto di riferimento del commercio cittadino, da quando, circa 30 anni fa, iniziò a gestire il centrale bar Umberto in piazza Martiri della Libertà, insieme alla moglie Vanda e, poi, con i figli William e Heidi.

Il ricordo del vicesindaco Vanni Crisapulli

«Era un mio conterraneo – lo ricorda il vice Sindaco Vanni Crisapulli -. Era arrivato in Piemonte negli stessi anni di mio padre, con la valigia di cartone, quando ancora si trovavano i cartelli “non si affitta ai meridionali”. Con tenacia, impegno e tanto lavoro e sudore era riuscito a crearsi qui una sicurezza per sé e per tutta la sua famiglia».

Il ricordo del sindaco Giovanna Cresto

Negli anni, grazie al suo lavoro, era diventato un punto di riferimento per la città, una persona con cui scambiare opinioni e ragionare su cosa andasse o non andasse in paese, come ricorda la Sindaco Giovanna Cresto: «Eri un brontolone, avevi sempre qualcosa da dire. E io ti stavo volentieri ad ascoltare. Quante volte abbiamo parlato della nostra Cuorgnè. Mi raccontavi dei malumori della gente, mi dicevi quali lavori erano piaciuti e quali no. E io ascoltavo, controbattevo e spesso facevo tesoro dei tuoi consigli».

Il ricordo del consigliere regionale Mauro Fava

Ricordo simile lo ha anche Mauro Fava, consigliere regionale, ed ex assessore al commercio di Cuorgnè: «Ho avuto spesso occasione di confrontarmi con Ignazio. Il nostro dialogo era sempre costruttivo e sincero, anche su temi complessi che riguardavano Cuorgnè, ma non solo: Ignazio aveva una visione ampia, che andava oltre i confini comunali. Cuorgnè perde un pezzo importante della sua memoria storica, in particolare per quanto riguarda il commercio e lo sviluppo della città. La notizia della sua morte mi rattrista profondamente». Prima di iniziare l’avventura con il bar Umberto aveva lavorato, a Salassa, nel settore dello stampaggio a caldo. Ma è da quel suo punto privilegiato, all’imbocco del centro storico, fin da fine degli anni ’90, quando rilevò il locale insieme alla moglie, che ha visto Cuorgnè cambiare e ne ha percepito gli umori, sempre con gentilezza, professionalità e buon cuore, modi di essere che emergevano anche nei piccoli gesti. «Il suo bar, l’Umberto – prosegue Fava -, non era solo un luogo dove bere un caffè, ma un vero e proprio punto di incontro, dove si discuteva di problemi quotidiani e si cercavano soluzioni insieme. Un simbolo di socialità e dialogo».

Un uomo generoso

Per il consigliere resta il ricordo di un uomo che ha dato tanto, con generosità e passione, come evidenzia anche la Prima Cittadina. «Un mese fa, quando la Vuelta è passata da Cuorgnè, l’Umberto era chiuso per ferie ma la settimana prima Heidi mi aveva promesso che tu saresti comunque venuto a mettere degli addobbi. Non vedendoti arrivare, noi amministratori, insieme ai volontari, abbiamo iniziato a mettere dei drappi rossi sul vostro dehor, certi che non vi sarebbe dispiaciuto.  Quando sei arrivato, verso mezzogiorno, ci hai ringraziato e aiutato a mettere le ultime bandiere. Poi, senza che ti chiedessimo nulla, hai tirato fuori un tavolino, i bicchieri, del prosecco e dell’acqua fresca, invitandoci a fare una pausa. Questo eri: una brava persona e mancherai a tutti i cuorgnatesi». Ignazio lascia la mogie Vanda, il figlio William con Simona, Cecilia e Caroline, e la figlia Heidi con Paul e i suoi adorati nipoti Luca e Marco.