Il caso

Made in Piemonte, ma sull'etichetta c'è scritto Marocco

La polemica sollevata dal vicepresidente della Regione Piemonte, Mauro Salizzoni di Ivrea.

Made in Piemonte, ma sull'etichetta c'è scritto Marocco
Pubblicato:
Aggiornato:

Made in Piemonte, ma sull'etichetta c'è scritto Marocco: la polemica sollevata dal vicepresidente della Regione Piemonte, Mauro Salizzoni, già consigliere comunale del Pd a Ivrea.

Made in Piemonte

Viene definito Made in Piemonte, ma sull'etichetta c'è scritto Marocco: la polemica sollevata dal c  vicepresidente Mauro Salizzoni, già consigliere comunale a Ivrea. "Io, residente a Torino, non ho ancora ricevuto la mascherina della Regione. E voi? Lasciate un commento qua sotto dicendomi se vi è arrivata e, se volete, il comune di residenza (nelle foto i post). Vedo da queste foto, che circolano in rete, che l'operazione autarchica sta andando sempre più a bagno", ha scritto oggi sul suo profilo social. In via ufficiosa le critiche sono state stemperate replicando che la ditta che le ha prodotte ha anche uno stabilimento in Marocco.

Screenshot_20200514-104526 (1)
Foto 1 di 2
Screenshot_20200514-104534 (1)
Foto 2 di 2

Polemiche sui tamponi

Ma non è l'unica critica mossa oggi  da Salizzoni. “Che vi siano pazienti sottoposti a numerosi tamponi per accertarne la negativizzazione non mi stupisce e pone interrogativi su come, dall’inizio dell’emergenza, si sia gestito l’impiego dei tamponi nella nostra Regione. Credo che l’assessore alla Sanità Luigi Icardi debba fornire chiarimenti approfonditi ed esaustivi sulle modalità di utilizzo dei tamponi, sul numero (e sulle cause) dei tamponi andati persi, sui tempi di analisi e di refertazione”, ha dichiarato sull’argomento ha presentato un Question time. “Nella settimana dal 15 al 22 aprile, il Piemonte ha effettuato 35.900 tamponi. Di questi, si stima che i tamponi effettivamente refertati per attività di diagnostica, di tracciamento contatti e prevenzione su categorie a rischio (incluse le RSA) siano stati 22.100 (il 62% del totale), mentre 13.800 (il 38%) sono stati utilizzati per certificare guarigioni o, addirittura, sono andati perduti. Nella settimana successiva, i tamponi effettuati sono aumentati, arrivando a 38.500 unità. Tuttavia, quelli ‘effettivi’ sono diminuiti sia in numero sia in percentuale - vale a dire 20.600 tamponi pari al 53% del totale - e quelli refertati per accertare guarigioni o andati perduti sono arrivati a 18.000 (il 47%)”.

Troppi ritardi

“I notevoli ritardi nell’analisi dei tamponi e l’elevato numero dei tamponi andati persi rappresentano fatti gravi, che hanno compromesso l’efficacia dell’attività di tracciamento – spiega Mauro Salizzoni – eppure solo un tracciamento efficace ci permetterebbe di capire le reali dimensioni del contagio, il numero dei soggetti positivi liberi di muoversi, e ridurre l’ospedalizzazione dei pazienti. Per questo è fondamentale aumentare i tamponi ‘effettivi’ e ottimizzare l’impiego di quelli disponibili”. “Più tamponi, non generalizzati ma selettivi, concentrandoci sulla ricerca dei nuovi contagiati e dei positivi asintomatici, evitando di dare solo priorità alle stesse persone per certificarne la negativizzazione – aggiunge Mauro Salizzoni - Inoltre, tamponi specifici ovvero a determinate categorie di lavoratori, quelli maggiormente a contatto con il pubblico”.

 

Seguici sui nostri canali