Malato di Parkinson licenziato da Teknoservice: verrà reintegrato

Minutiello: "“Non sono un peso ma una risorsa".

Malato di Parkinson licenziato da Teknoservice: verrà reintegrato
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Malato di Parkinson licenziato da Teknoservice, per il Tribunale di Ivrea deve essere riassunto.

Malato di Parkinson licenziato da Teknoservice

Il Tribunale del lavoro di Ivrea ha stabilito che il licenziamento di Franco Minutiello da parte di Teknoservice srl è illegittimo e pertanto il lavoratore deve essere reintegrato. Minutiello aveva ricevuto la lettera di licenziamento lo scorso 16 marzo 2017 e di lì era iniziata la sua battaglia per riottenere i suo posto di lavoro.

La fine di un calvario

“Non sono un peso ma una risorsa – sono le prime emozionate parole pronunciate da Franco Minutiello dopo la sentenza - Sono nuovamente diventato per un attimo "bambino" e sono davvero molto felice. Ho passato un anno bruttissimo, al limite della sopravvivenza. Sia economica (negli ultimi mesi ho cercato di limitarmi su tutto e non sapevo più cosa fare per poter avere il minimo sostentamento) sia come morale che era davvero in ultimo crollato. L’unica forza erano le parole quotidiane di Roberto e di chi mi è stato sempre vicino. E i ricordi delle battaglie che sono state fatte per far sapere a tutti questa grande ingiustizia”.

Una dedica a tutti i malati

Dalla campagna solidale “Noi siamo Franco” all’iniziativa “Non siamo più pazienti”: la vicenda castellamontese ha toccato il cuore di tutti, creando una piccola grande mobilitazione generale sul tema del welfare per le categorie di lavoratori in difficoltà. “Quando ho saputo che il Giudice aveva accolto totalmente ogni richiesta avanzata dal mio Avvocato Silvia Ingegneri ( che non finirò mai di ringraziare per l'umanità che mi ha dimostrato e la grande professionalità che ha avuto) ho pianto di felicità – ha scritto in una toccante lettera ai media Franco – Potrò nuovamente sentirmi utile. Non volevo accettare l' idea che ero ormai uno scarto da buttare in mezzo alla strada; non era giusto perché io sapevo che qualcosa di utile potevo ancora fare... ho sempre creduto che il lavoro è dignità e non carità. Sembra una brutta pagina della mia vita. Invece adesso ha un lieto fine… perché alla fine abbiamo vinto noi !! E quando dico noi... dico noi invalidi dimostrando che anche con funzioni limitate siamo utili sempre”.

La solidarietà gli ha dato la forza per andare avanti

“Questa grande vittoria la dedico al papà di Enrico Costa, Raffaele Costa, e a tutti i malati di Parkinson Italiani a partire dallo straordinario Giulio Maldacea di Weareparky. Lui con l'ex Ministro Enrico Costa, che mi ha telefonato per dirmi che “giustizia era stata fatta”, i senatori Eugenio Bozzello e Riccardo Nencini mi sono stati da subito vicini, al cavaliere Orazio Morgando Vigna, all’onorevole Airaudo, così come gli amici che grazie a Giulio hanno conosciuto la mia storia. Ho capito molto bene in questi mesi cosa significa la solitudine e la cattiveria umana; ho capito molto bene cosa significa sentirsi malato e un peso. Ma la forza di combattere e di non arrendersi mai, sino alla fine, che mi hanno trasmesso queste persone ha portato questo splendido risultato. Ho visto la solidarietà umana di chi non ti conosce da molto tempo eppure ti tende una mano per rialzarti. Mi hanno commosso. Molte persone, che nemmeno mi conoscevano, si sono subito mosse. Non solo per me ma per tutti i malati affinché questa mia storia orribile fosse a lieto fine. Io non vedo l'ora di rientrare. Ho voglia di esser nuovamente attivo. Di viver una vita normale, di alzarmi al mattino con uno scopo, di non sentirmi più un peso. Soprattutto aprire gli occhi e non pensare più a come far passare le interminabili ore del giorno per richiuderli la sera senza futuro, senza soldi e senza impegni, con la sola unica compagnia della mia malattia! Grazie di cuore a tutti”.

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