Matrimonio in ospedale per Simona e Vincenzo, dopo pochi giorni lui si è spento per sempre
Dal loro amore era nato Gioele il bambino per cui tutto il Canavese si era adoperato per potergli garantire le cure per la tetraparesi da cui è affetto
Matrimonio in ospedale per Simona e Vincenzo, dopo pochi giorni lui si è spento per sempre. Dal loro amore era nato Gioele il bambino per cui tutto il Canavese si era adoperato per potergli garantire le cure per la tetraparesi da cui è affetto.
Matrimonio in ospedale per Simona e Vincenzo
Ci sono storie che sembrano senza un perché, destini così duri che ci si chiede quale significato possa mai avere tanta sofferenza. E momenti bui, più neri della notte, nelle cui pieghe, però, a guardar bene si riesce ancora a scorgere della bellezza. Quella di Vincenzo D’Aloia è una di queste storie, una vicenda triste che racchiude in sé l’amore più profondo e sincero. Vincenzo si è spento a 48 anni nell’ospedale di Ivrea, lo stesso luogo dove pochi giorni prima, il 25 ottobre, si era sposato con la sua amata Simona Venice. Aveva deciso di suggellare la loro unione prima che fosse troppo tardi, prima che quel male improvviso e incurabile lo portasse via. E così, anche se dal letto di un nosocomio, è riuscito pronunciare quel “sì” che ha reso eterno il suo legame con Simona. Lo stesso amore che nove anni fa ha donato la vita a Gioele, bambino affetto da tetraparesi il cui nome negli scorsi anni è comparso tante volte sui giornali locali per le numerose iniziative organizzate dalla comunità canavesana in suo sostegno.
Galeotto fu uno sguardo
Tutto iniziò in quell’estate del 2012: «E’ stato uno sguardo a farci innamorare - racconta Simona -. Entrambi uscivamo da situazioni complicate, ed entrambi abbiamo trovato nell’altro un’ancora di salvezza». Poi nel 2015, l’arrivo di Gioele: «Io avevo già un figlio da una precedente relazione, Gabriele, Vincenzo ne aveva due, Alan e Jason, e siamo diventati una grande famiglia. Gioele ci ha uniti ancora di più». Nel 2019 il trasferimento da Rivarolo a Castellamonte, in una casa ad un solo piano adatto alle esigenze di Gioele. Poi, dì lì a poco, la decisione di Vincenzo (di mestiere carpentiere) di lasciare il lavoro e dedicarsi a tempo pieno a suo figlio come «caregiver»: «E lo sapeva fare perfettamente, meglio di una mamma», aggiunge Simona. Appassionato di due ruote, Vincenzo due anni fa riuscì anche a coronare il sogno di una vita: comprare un Harley Davidson. «Era felice come un bambino, trattava la sua moto come un gioiello», ricorda ancora la moglie.
La tragica notizia
Infine, la terribile notizia: «Vincenzo ha cominciato a stare male già da aprile, ma solo ad agosto abbiamo scoperto quanto grave fosse la situazione». Da lì il tentativo disperato dei medici di trovare una cura, fino a pochi giorni fa quando il 48enne ha avuto il peggioramento definitivo. «Pochi giorni prima Vincenzo mi aveva sorpreso con la proposta di matrimonio. E’ stata una scena da film, con i petali di rosa e lui in ginocchio a chiedermi la mano. Il sindaco avrebbe dovuto sposarci a casa, invece, date le condizioni, di Vincenzo siamo stati costretti a farlo in ospedale. Nei giorni successivi, è stato sedato con morfina per il troppo dolore. Io gli stavo accanto giorno e notte». Fino allo scorso sabato: «Mi sono resa conto che finché io fossi rimasta lì, lui non se ne sarebbe andato, non avrebbe trovato la pace. Allora sabato mi sono avvicinata e gli ho sussurrato all’orecchio che poteva andare, poi sono tornata a casa. E proprio quel giorno Vincenzo se n’è andato».
Il ricordo di Noi Ci Siamo Onlus
A ricordarlo è anche Gigi Querio, presidente di Noi Ci Siamo Onlus, associazione che nel 2021 organizzò una raccolta fondi per l’acquisto di un’auto per il trasporto disabili da donare alla famiglia di Gioele: «Da lì è nata anche un’amicizia con Vincenzo. Di lui mi colpiva in particolare l’attaccamento verso il bambino, la sua tenerezza e premura, nonostante l’aspetto da tipo “duro”. Era una persona disponibile, allegra e molto riconoscente nei confronti di coloro che lo avevano aiutato». Anche il sindaco di Castellamonte Pasquale Mazza ha espresso il proprio cordoglio e vicinanza alla famiglia di Vincenzo, che conosceva personalmente. Oltre alla moglie e ai figli, D’Aloia lascia anche la mamma Graziella, i fratelli Andrea, Samantha e Ilenia con le rispettive famiglie e i consuoceri Settimio e Anna.
L'ultimo saluto
I funerali si sono svolti nel pomeriggio di ieri, martedì 5 novembre, nella parrocchiale di San Giacomo a Rivarolo; al termine della funzione, di fronte alla chiesa gli amici del Motoclub Quattro Assi hanno voluto salutare Vincenzo liberando in cielo palloncini bianchi; poi, la sua mitica Harley-Davidson è stata messa in moto un’ultima volta e, tra gli applausi dei presenti, il suo rombo è suonato come un canto d’addio.
Gabriele Amante