Messa della domenica ai tempi dell'emergenza sanitaria
Sospeso lo scambio del «segno di pace»
Messa della domenica ai tempi dell'emergenza sanitaria.
Messa della domenica
La Santa Messa della domenica, al tempo del Coronavirus, si adegua all’emergenza sanitaria ed alla riapertura delle chiese, avvenuta lunedì 18 maggio, si presenta con tanto di mascherine, igienizzanti e distanziamento tra i fedeli. E’ un colpo d’occhio davvero particolare quello regalato dalla prima funzione svoltasi nella comunità di Pont Canavese, precisamente nella chiesa di San Francesco, a ridosso della storica via Caviglione.
In parrocchia
Poco meno di una trentina i posti a disposizione, «gestiti» da un paio di volontari, che all’ingresso accolgono coloro, uomini e donne, che hanno colto l’occasione dopo mesi di impossibilità per seguire «dal vivo» la Messa. Per chi non è munito di guanti c’è il gel a fianco della porta, da utilizzare per igienizzare le mani. Sui vari banchi sono appesi dei fogli con la scritta «Sedersi qui», indicando il posto esatto dopo posizionarsi. Uno per banco, non di più. E’ stata, di fatto, una vera «prova generale» quella che si è svolta ad inizio settimana, in attesa delle funzioni del week end, ospitate nella più capiente chiesa di San Costanzo (dove saranno assicurati circa 110 posti...).
Le parole del parroco
«Cerchiamo di comprendere come meglio adeguarci alle esigenze dettate dalle linee guida del Governo - spiegano sia don Aldo che le persone che gli danno una mano - Si tratta di una novità che naturalmente sconvolge quella che è una parte consolidata delle celebrazioni. Ma è comunque un primo passo per ritrovarci assieme e per tornare, speriamo tutti il prima possibile, a quella che è la normalità». Dura lo spazio di circa una ventina di minuti, anche perché alcuni passaggi vengono (per forza di cose) saltati. Come ad esempio lo scambio del «segno di pace», che per il momento è stato sospeso. Particolare anche quello della Comunione: don Aldo, dopo aver indossato la mascherina ed aver igienizzato le proprie mani, passa da un banco all’altro e consegna l’ostia consacrata.
Gel igienizzante al posto dell'acqua santa
Tutto, nel complesso, fila liscio come previsto. Certo, per i fedeli presenti si è trattato di un qualcosa di un po’ atipico. Ma alla fine le disposizione sono state rispettate in maniera piuttosto rigorosa. Pure l’offertorio (con un contenitore posto nelle vicinanze del portone d’ingresso) e l’uscita delle persone (una per volta, distanziate, ad iniziare dal fondo della chiesa) si sono tenuti con un po’ di incertezza, ma nel complesso nella maniera corretta. Anche questa è la vita nel periodo del Covid-19.