No al parco fotovoltaico di oltre 25 ettari tra Lombardore e San Benigno
La protesta degli Amici della Terra Club della Riserva della Vauda
No al parco fotovoltaico di oltre 25 ettari tra Lombardore e San Benigno.
No al parco fotovoltaico
Gli Amici della Terra Club della Riserva della Vauda dicono «no» al parco fotovoltaico di oltre 25 ettari tra Lombardore e San Benigno. La proposta è stata avanzata da una società leinicese alla Città Metropolitana di Torino. Si tratterebbe in totale di 40.872 moduli fotovoltaici (montati su strutture ancorate al suolo mediante paletti piantati nel terreno fino ad una profondità di oltre un metro e mezzo), divisi in 1.572 stringhe da 26 moduli, capaci di generare una potenza nominale di picco complessiva pari a 18.392,40 kWp.
Il controverso progetto
Il parco sarebbe diviso in tre sezioni, ognuna collegata indipendentemente alla rete di distribuzione: la Lombardore 1, la Lombardore 2 e la San Benigno 1. Il progetto prende in considerazione un terreno classificato come agricolo dai due comuni e solo in parte (a San Benigno) come area inedificata e inedificabile per problemi di dissesto idraulico. La proposta dovrà essere sottoposta alla valutazione di impatto ambientale e, come anticipato da Città Metropolitana, presenta alcune criticità: la superficie molto estesa, l’impatto paesaggistico, l’interferenza con la fascia di rispetto degli elettrodotti di Terna e con la viabilità provinciale, le alternative progettuali in grado di risolvere i problemi legati ai vincoli urbanistici, i possibili impatti negativi su suolo, paesaggio, flora e fauna così come le compensazioni ambientali a favore dei comuni non ancora previste e molto altro.
La protesta ambientalista
Per questo, sarà necessaria una discussione più ampia ed approfondita tra i soggetti interessati. Ad aver già espresso un parere, negativo, sono gli Amici della Vauda che puntano il dito sull’iniziativa ritenuta «l’ennesimo tentativo di consumo di suolo, mascherato da intervento “verde”». «La Riserva della Vauda – spiega il vice presidente Ezio Lorenzetti – potrebbe essere messa in pericolo per i profondi e negativi cambiamenti che l’installazione avrà sulla flora e sulla fauna. Ribadiamo – conclude – il nostro sì al fotovoltaico quando questo è installato sui tetti, sui terreni irrimediabilmente compromessi come le discariche e le cave, ma siamo assolutamente contrari alla compromissione di terreni pregiati e ancor più se presentano valenze per la storia del territorio».