Storie a lieto fine

Nonna Michelina ha riabbracciato la sua famiglia

L'anziana canavesana è riuscita a tornare dalle Canarie

Nonna Michelina ha riabbracciato la sua famiglia
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Nonna Michelina ha riabbracciato la sua famiglia. L'anziana canavesana è riuscita a tornare dalle Canarie.

Nonna Michelina

Sangiustesi all’estero: tante storie, qualche vicissitudine, tra cui quella di nonna Michelina. Storie a lieto fine, con la Farnesina che s’interessa a molte situazioni. Vicende che ci auguriamo abbiano una svolta positiva, come quella di una ottantacinquenne canavesana rientrata finalmente a San Giusto dalle Canarie, dove si era recata lo scorso 16 dicembre per vendere la casa di proprietà di Playa de las Americas (Tenerife). Un atteso ritorno, diventato realtà alla vigilia della Santa Pasqua, prima della mezzanotte, come narrato da uno dei suoi figli: «Finalmente ho rivisto mia mamma – racconta Claudio Sansoè – , recuperandola all’aeroporto di Malpensa la sera dello scorso 11 aprile, riabbracciandola dopo tanto tempo, riportandola a casa, dopo una peripezia infinita per cercare un aereo in questo periodo d’emergenza. Era bloccata da tempo in un paese straniero, in un isola piena di turisti sia italiani che stranieri lontana dall’Italia, in mezzo all’oceano, con l’esplosione dei casi nell’arcipelago. Con tutti i pericoli che potevano esserci. Ho fatto diversi tentativi, fra cambi di date, voli cancellati o sospesi: 6 aprile, poi il 9, il 15, infine addirittura il 3 maggio. La fortuna è stata il sito del console onorario italiano di Tenerife, compilando un modulo on line, spiegando la situazione, con la risposta positiva di un volo charter della Neos Air di Somma Lombardo, poi triplicato, sabato 11: partenza alle 14.20, scalo a Las Palmas, atterraggio in Lombardia alle 20.45. Poi il rientro verso il Piemonte, in auto, in un clima irreale, da fantascienza: poche vetture incrociate, qualche camion. Ma tirando un sospiro di sollievo, sperando che tutto passi».

Il racconto

Nonna Michelina, vedova, con due figli (Andrea e, appunto, Claudio) ripercorre in prima persona tutta la sua storia: «Da anni andavo alle Canarie con mio marito nei mesi freddi – esordisce – , poi purtroppo Domenico è mancato proprio là 4 anni fa nella notte dell’Epifania. Sono tornata ancora alcune volte da sola nella casa in terra di Spagna, decidendo di venderla a una famiglia di francesi, per questo sono partita lo scorso dicembre. Poi, è scoppiata l’emergenza anche nell’isola, piena di turisti, coi vicini di sempre che mi davano una mano e mi tenevano un po’ compagnia. Ma bloccata là per settimane, in una situazione assurda. Poi, il viaggio all’ultimo momento. Ormai inaspettato dopo tante sospensioni, tanto che avevo fatto rifornimento al supermercato locale, regalando la spesa agli amici di vicinato».

Finalmente a casa

Qualche vicissitudine, una caduta accidentale, ma finalmente di nuovo a casa: «Là era stato tutto chiuso – prosegue l’anziana sangiustese – , eravamo bloccati in casa. Si poteva fare la spesa, non si poteva usufruire neanche della piscina. Poi il volo, col posto accanto al finestrino, il posto vuoto in mezzo per le distanze, un giovane italiano come vicino di viaggio. Col pensiero che i miei amici di Pinerolo sono ancora bloccati là, in attesa del rientro. Ora sono in quarantena per 14 giorni, mi faccio portare a casa la spesa ed i farmaci che mi occorrono. Il tempo passa lento, non è facile vivere così relegata in casa, sentendo la diffidenza e le paure della gente, anche dei vicini. E le notizie ai telegiornali che sembrano non cambiare mai». Qualche attività, durante le lunghe ore della giornata, magari la Messa in televisione, ed una speranza: «Che posso fare? – conclude nonna Michelina – Ho tirato fuori i limoni innaffiandoli, cerco di vedere cosa posso fare con l’orto, seppur non sia essenziale e non sia stato fresato da chi solitamente mi aiuta a curarlo. Ho molte piante da frutto, senza frutta non so fare a meno, per ora spero di riceverla a casa con la spesa. Quando ho le energie faccio la lavatrice, stendo i panni. E mi tengo in contatto coi figli che studiano e lavorano col telefono o via skype. È stata una fortuna rientrare, se mi ammalavo là? Spero solo che, dopo aver festeggiato una Pasqua diversa, si torni a vivere, prima possibile».

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