Olimpiadi 2026 Piemonte bella suggestione secondo Tiraboschi
Prendendo come esempio il Canavese, si vede come questo territorio, rispetto a Torino, sia baricentrico verso Milano ma anche verso Francia e Svizzera
Olimpiadi 2026, sulla scia di quanto già fatto dal sindaco di Cuorgnè, Giuseppe Pezzetto, si continua a parlare del coinvolgimento del Canavese nella potenziale candidatura olimpica del Piemonte.
Olimpiadi 2026 in Piemonte
«Far Tornare i Cerchi Olimpici in Piemonte nel 2026? Potrebbe essere utile per il territorio». È questa infatti l’opinione di Virginia Tiraboschi, candidata del Centro Destra nel collegio Senatoriale di Ivrea, Chivasso, Settimo Torinese e Chieri in merito all’idea di candidare nuovamente il Piemonte quale sede delle Olimpiadi 2026. La proposta da qualche giorno gira infatti sui media. Tiraboschi conosce bene la macchina dell’organizzazione delle Olimpiadi. Avendovi lavorato direttamente, come dirigente del Comune di Torino, per l’edizione 2006. A quell’esperienza, oggi, aggiunge quindi anche quella di imprenditrice nel settore turistico. E, come candidata al Senato, vede le possibili ricadute positive per il territorio.
Una bella suggestione
«Forse, nell’evento di inizio millennio, vennero coinvolti poco i territori che non erano direttamente parte dell’organizzazione delle gare. - aggiunge Tiraboschi in merito all'ipotesi Olimpiadi 2026 a Torino - Come infatti quelli di pianura o la parte nord rispetto a Torino. Se realmente si decidesse di lavorare per candidare nuovamente Torino, forti anche dell’esperienza di una decina d’anni fa, sarà possibile gestire al meglio i flussi turistici. Andando quindi a promuovere, oltre che le Montagne Olimpiche, anche i territori di pianura e di altre aree montane».
Occasione per il Canavese
Sulla possibilità di ricandidare Torino per le Olimpiadi 2026 Tiraboschi riflette anche sulla nostra zona. Nota, infatti, la candidata al Senato, che prendendo come esempio il Canavese, si vede come questo territorio, rispetto a Torino, sia baricentrico verso Milano. Ma anche verso Francia e Svizzera. «Una posizione che quindi dovrebbe essere maggiormente sfruttata a livello di marketing territoriale. Per rendere il Canavese una meta turistica. Una attività da svolgere anche al di là delle suggestioni di nuove Olimpiadi piemontesi».