Network criminale

Operazione "Mondi Connessi": fermata rete di traffico internazionale di migranti

Gli arresti sono stati effettuati nella mattinata di martedì 1 dicembre.

Operazione "Mondi Connessi": fermata rete di traffico internazionale di migranti
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Operazione "Mondi Connessi": fermata rete di traffico internazionale di migranti. Gli arresti sono stati effettuati nella mattinata di martedì 1 dicembre.

Operazione "Mondi Connessi"

Nella mattina di martedì 1 dicembre, a Bari, Milano, Torino e Ventimiglia (IM), nel corso di un'operazione estesa su tutta la penisola, sono stati tratti in arresto 19 soggetti ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, il tutto a conclusione di una complessa indagine denominata "Mondi Connessi".

Le indagini

Le indagini, avviate nel 2018 dall’analisi di 10 sbarchi avvenuti nella Provincia di Siracusa, tutti con migranti provenienti dalla rotta del Mediterraneo Orientale, ovvero dalla Turchia o dalla Grecia, e poi proseguite anche con attività tecniche, consentivano di raccogliere gravi elementi indiziari nei confronti di un sodalizio criminale - composto da curdo-iracheni, afgani ed italiani - che, previo compenso in denaro, favoriva sia l’ingresso illegale in Italia e poi in altri Paesi Europei di migranti sia, talvolta, la regolarizzazione sul territorio nazionale di numerosi cittadini stranieri privi dei requisiti di legge, falsificando contratti di lavoro ed altra documentazione necessaria all’ottenimento del permesso di soggiorno.

Una rete che ha coinvolto tutta la penisola

L’inchiesta ha consentito, inoltre, di disvelare come l’organizzazione criminale, strutturata come vero e proprio network di gruppi indipendenti tra di loro ma tutti collegati alla centrale sita in territorio estero, operasse attraverso ramificazioni attive nelle città di Bari, Torino, Milano e Ventimiglia (IM). In particolare:

- il gruppo operante a Bari si occupava di fornire accoglienza ai migranti presso il domicilio di sodali al gruppo, ovvero presso abitazioni messe a disposizione da titolari di agenzie immobiliari, nonché di fornire documenti giustificativi per il rilascio dei permessi di soggiorno agli stessi migranti giunti in Italia e per il rinnovo di quello già in possesso di altri soggetti stranieri già presenti sul territorio europeo. Dalla città pugliese, i migranti venivano indirizzati verso le città di Torino e Milano per essere successivamente indirizzati a Ventimiglia (IM), ove operava l’altro gruppo più nutrito;

- a Ventimiglia (IM), il gruppo criminale, composto totalmente da cittadini stranieri di nazionalità pakistana e afghana, si occupava di raccogliere e trasportare nottetempo i migranti in Francia, mediante l’utilizzo di veicoli e, una volta raggiunta la destinazione finale, di segnalare la circostanza per ottenere il pagamento pattuito da parte delle famiglie dei migranti.

Colto sul "fatto"

Nel corso dell’operazione, un ulteriore soggetto, strettamente connesso al sodalizio criminale, a carico del quale sono emersi gravi indizi di colpevolezza, è stato sottoposto a misura restrittiva mentre era in procinto di effettuare un trasporto di migranti dalla stazione ferroviaria di Ventimiglia (IM) verso la Francia. A seguito delle perquisizioni delegate è stato sequestrato ingente materiale, tra cui 17 telefoni cellulari, principale strumento utilizzato dagli indagati per l’espletamento delle attività illecite, 4 computer portatili, documenti vari e circa 25.000 euro in contanti. L’inchiesta ha smantellato un pericoloso cartello di facilitatori considerato un necessario anello di congiunzione con gruppi criminali attivi in Turchia e Grecia che, a loro volta, agevolavano i migranti nel percorso verso la meta privilegiata (Francia e nord Europa) a fronte del pagamento di ingenti somme di denaro (circa 6 mila euro a migrante, per l’intero viaggio attraverso l’Afghanistan, il Pakistan, l’Iran, la Turchia, la Grecia e l’Italia). L’intero network criminale aveva ampia disponibilità di denaro utile ad acquistare imbarcazioni, generalmente a vela, rubate o noleggiate, e a reclutare skipper in grado di pilotare le imbarcazioni verso la costa della provincia di Siracusa. Gli scafisti venivano remunerati con una somma pari a circa 1000 dollari per ogni traversata. L’ufficio del Gip di Imperia e Bari ha già provveduto ad emettere ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei soggetti sottoposti alla notifica del fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Catania.

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