Rivarolo

Orologio nascosto negli slip: trovato pure quello

L'angosciante testimonianza di una vittima dei ladri: gli hanno portato via 60.000 euro tra gioielli, orologi e denaro.

Orologio nascosto negli slip: trovato pure quello
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Orologio nascosto negli slip: trovato pure quello dai ladri senza scrupolo che hanno svaligiato una casa a Rivarolo.

Orologio nascosto

«Il senso di amarezza, di impotenza e me lo lasci dire, anche di schifo, quando ti succedono queste cose non è descrivibile». A parlare è un imprenditore di Rivarolo, che visto quanto gli è successo chiede l’anonimato per non peggiorare una situazione di per sé già disdicevole. «Lo scriva: se vedete qualcuno che gironzola intorno a casa vostra, qualche macchina strana o faccia sospetta, non sottovalutate quanto avete notato perché è un attimo, di lì a poco succede qualcosa». E qualcosa, purtroppo è successo: giovedì scorso nel tardo pomeriggio la sua abitazione in via Sant’Anna è stata svaligiata.

Il racconto

«Io ero al lavoro - ci racconta il rivarolese mentre è in attesa in coda dai carabinieri ad attendere il proprio turno per sporgere denuncia - e mia moglie verso le 17 è uscita di casa. Poi, insieme, erano le 19, siamo rientrati e ci siamo ritrovati quel disastro di fronte».
Il disastro è la porta finestra con vetri da 90 chilogrammi aperta come una scatoletta del tonno con un palanchino in ferro.
«E’ stato pazzesco quello che ci siamo trovati davanti. Abbiamo subito telefonato alle forze dell’ordine che verso le 20 sono arrivati a casa nostra ad accertare quanto poi abbiamo messo a verbale. Danni? Ce n’è da piangere», sospira l’imprenditore.

Tutto a soqquadro

«Hanno tirato fuori tutto quello che c’era negli armadi; non hanno tralasciato niente: contati, oro, orologi si sono portati via ogni cosa. E’ incredibile, sembrava sapessero dove andare a cercare, che sapessero tutto quello che c’era in casa». Nel senso? «Per evitare di essere sorpresi devono aver per forza messo fuori uso la centralina dell’antifurto prima che suonasse, ebbene: com’è che sono andati diretti dietro un armadio dov’era nascosta per strappare via i fili?». Non solo. «In quei momenti sono tante le domande che ti fai: hanno scovato anche un orologio prezioso che avevo avviluppato dentro un paio di mutande, nel cassetto della biancheria: si sono portati via anche quello». E il calcolo, anche se approssimativo, sarà di almeno 60.000 euro, senza contare poi i danni per entrare, solo il serramento che hanno sradicato la metà basta. «E dire che due giorni prima avevo notato due tizi nella mia via. E li ho anche fermati». E questo passaggio è molto importante perché può essere utile a chi si dovesse ritrovare nella stessa situazione.

Il sopralluogo

L’imprenditore riprende il racconto della sua disavventura: «Erano due uomini con dei volantini in mano, ne avevano un paio non di più, per fare apparire che fossero lì a mettere delle pubblicità in buca». Non solo. «Avevano anche un carrellino con le ruote che si utilizza per fare la spesa: ma si vedeva che era vuoto. Erano davanti al campanello con il cellulare in mano, puntato verso l’abitazione. Alla mia richiesta: “Cosa fate? Chi cercate? Perché state facendo delle fotografie?”. Loro, di tutto punto, con un forte accento dell’est e con un italiano stentato, rispondono: “Bella casa tua, per questo faccio foto”». E l’incontro con questi due tizi, avvenuto 48 ore prima del furto, termina lì. A posteriori, poi, riaffiorano particolari che sul momento non hanno un significato, e invece... «Solo dopo ho notato un pezzo di filo giallo legato in maniera particolare al palo della luce proprio vicino alla mia abitazione: può essere un segnale? Un modo in codice per comunicare tra loro? Subito non ci ho fatto caso, adesso che lo riguardo (è ancora lì, ndr) il sospetto mi viene».

Viviamo nel terrore

L’amarezza è tanta per quanto è successo e anche la paura. «Adesso io e mia moglie viviamo nel terrore: lavori una vita, risparmi qualcosa e questa è poi la fine che fanno. Tanto anche se li beccano, anche per un furto di queste dimensioni, il giorno dopo sono fuori: non c’è giustizia, non hanno nemmeno i documenti o un’identità e non gli possono far niente. A noi non rimane altro che fare attenzione, tenere gli occhi bene aperti alle persone che non abbiamo mai visto e che girovagano davanti casa. Noi abbiamo perso la nostra tranquillità, dal giorno del furto ogni volta che andiamo a dormire siamo sempre sull’altolà, ogni macchina che passa sotto casa, penso sempre che possa essere un male intenzionato pronto ad entrarmi dentro». Sulla questione abbiamo fatto intervenire anche il sindaco di Rivarolo, Alberto Rostagno. «Sul caso specifico, ma più in generale, ci sono i carabinieri che stanno facendo il loro lavoro e devo dire anche in modo egregio senza risparmiare energie e credo che a Rivarolo, in media, ci siano tanti furti in abitazione come nelle altre zone dl Canavese; non penso che ci siano più episodi rispetto ad altre località limitrofe. Poi, è fisiologico che in certi periodi dell’anno ce ne siano di più, ma ripeto i carabinieri di Rivarolo si stanno muovendo bene».

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