Postalcoop, lavoratori senza stipendio da settembre: proteste a Torino e pressing politico sulla Regione. In 36 senza retribuzione dopo l’Operazione Epicentro: Conticelli (PD) e Ravinale (AVS) chiedono tavoli urgenti, responsabilità chiare e lo sblocco immediato della cassa integrazione.
Postalcoop, lavoratori senza stipendio da settembre: proteste a Torino e pressing politico sulla Regione
Sono senza stipendio da settembre i 36 lavoratori di Postalcoop, la cooperativa con sede a Ciriè e presidi a Settimo Torinese e Verolengo, attiva per la filiera Nexive–Poste come terzista della milanese Opera Delivery.
Dopo lo stop alle attività dovuto all’Operazione Epicentro della Guardia di Finanza – che ha portato all’amministrazione giudiziaria della società, al sequestro dei mezzi e alla chiusura immediata dei servizi – i dipendenti denunciano di essere rimasti senza reddito e senza garanzie.
Ieri mattina, martedì 2 dicembre 2025, si sono riuniti in presidio davanti all’ufficio centrale delle Poste di via Alfieri, a Torino, insieme alla CGIL, per chiedere risposte sulla mancata retribuzione e sulla cassa integrazione mai attivata.
Conticelli (PD): “Situazione inaccettabile, la Regione intervenga”
La consigliera regionale Nadia Conticelli (PD), dopo aver incontrato i lavoratori in protesta, ha espresso forte preoccupazione:
«Postalcoop non ha più garantito lo stipendio da settembre. Trenta corrieri e sei impiegati sono a casa dal 19 settembre e ancora in attesa dell’accoglimento della richiesta di cassa integrazione. È inaccettabile che a pagare il prezzo di un’inchiesta giudiziaria siano lavoratori che fino all’ultimo hanno garantito la continuità delle consegne».
Conticelli sottolinea anche la complessità del quadro: Postalcoop ha diversi committenti, e si apre quindi il tema della responsabilità in solido tra committente e appaltatore. Per questo chiederà alla Regione l’apertura di un tavolo di confronto con tutte le parti coinvolte:
«Serve chiarezza sulle responsabilità e un percorso certo per tutelare questi lavoratori. Poste sta assumendo personale con competenze identiche: è doveroso valutare il reinserimento di chi è rimasto a casa da un giorno all’altro».
Ravinale (AVS): “Sbloccare subito la cassa integrazione”
Al presidio era presente anche la consigliera regionale Sarah Disabato Ravinale (AVS), che ha ribadito la necessità di misure immediate:
«Da oltre due mesi questi lavoratori sono senza stipendio e senza cassa integrazione. Intanto i pacchi di Opera Delivery e Nexive continuano a essere recapitati da altri. Poste non può ignorare la situazione».
Ravinale ha annunciato un’interrogazione parlamentare, a firma dell’on. Marco Grimaldi, per sollecitare il Governo e il Gruppo Poste Italiane:
«Monitoreremo anche a livello regionale. Chiediamo lo sblocco degli ammortizzatori sociali e tutele aggiuntive per queste 36 persone».
Giovedì 4 dicembre, a Palazzo Lascaris, è previsto un incontro con i rappresentanti dei lavoratori, che potrebbe rappresentare un primo passo verso una soluzione.
Fotogallery
GUARDA LA GALLERY (6 foto)