Presidio CasaPound Ivrea contro la violenza
Ivrea. Venerdì (20 ottobre) un gruppo di militanti di CasaPound e residenti hanno svolto un presidio per "dire basta al degrado e all’escalation di violenza".
Ivrea. Venerdì (20 ottobre) un gruppo di militanti di CasaPound e residenti hanno svolto un presidio per "dire basta al degrado e all’escalation di violenza".
Ivrea. Venerdì (20 ottobre) un gruppo di militanti di CasaPound e residenti hanno svolto un presidio per "dire basta al degrado e all’escalation di violenza".
Presidio Casapound contro la violenza
"In diversi quartieri di Ivrea, nel menefreghismo più totale di tutti gli altri partiti, ci sono problemi di degrado e violenze, nel quartiere Fiorana ad esempio c’è stata una grave aggressione a una giovani donna - ha dichiarato Igor Bosonin, portavoce della sezione di Ivrea e promotore del presidio - Qualche settimana dopo si è verificato un altro episodio di violenza nella zona di Porta Aosta. Non possiamo, ma soprattutto non vogliamo, accettare queste violenze, ancor più se perpetrate nei confronti di ragazze".
La critica all'amministrazione comunale
A Porta Aosta una ragazzina è stata molestata da un maniaco, fortunatamente riuscendo a scappare e chiedere aiuto. "Questi fatti di cronaca rimarcano un comune allo sbando dove non si può più uscire senza avere timore - ha aggiunto - È necessario che le istituzioni si accorgano dei problemi e si impegnino per risolverli immediatamente.”
Il commento da Torino
Marco Racca, coordinatore regionale di CasaPound, ha ribadito: "Abbiamo svolto già diverse attività ad Ivrea, dai semplici banchetti informativi fino ai presidi, abbiamo ripulito diverse aree abbandonate ricevendo il plauso dai residenti. Sono molto amareggiato che in una città come Ivrea, che dovrebbe essere uno dei fiori all’occhiello del Piemonte, siano avvenute, a distanza di poche settimane, due aggressioni. È necessario che qualcuno inizi a prendersi le proprie responsabilità e inizi a chiedere scusa, da parte nostra noi continueremo a mettere in luce tutti i problemi, obbligando chi di dovere a risolverli.