Rifiuti al posto dei mirtilli: a processo
La presunta discarica abusiva a Lanzo Torinese.

Rifiuti al posto dei mirtilli: a processo. La vicenda a Lanzo Torinese.
Rifiuti al posto dei mirtilli: a processo
Sono sotto accusa alcune società facenti capo a Andrea B, classe 1985. L’uomo è attualmente a processo con l’accusa di abbandono di rifiuti. La vicenda che lo vede protagonista risale al luglio 2014, quando i carabinieri di Lanzo eseguirono un controllo lungo il torrente al confine con Balangero. L’uomo difeso in aula dall’avvocato Andrea Serlenga del foro di Torino, aveva ottenuto i permessi per una bonifica, in modo da poter coltivare i mirtilli in un’area di circa 60 metri quadrati .
Sopralluogo dei carabinieri
Lunedì scorso, 16 luglio, sono stati ascoltati presso il Tribunale di Ivrea i carabinieri che eseguirono i sopralluoghi in seguito a una segnalazione del 2014. Diverse piante erano state abbattute lungo il torrente portando la vegetazione a livello zero. Una società stava eseguendo dei lavori per sistemare il terreno lungo il torrente. Vi erano diversi scavi e anche del materiale che proveniva da altre società di Lanzo. Si trattava di rifiuti industriali. I rifiuti, secondo i controlli eseguiti, non erano pericolosi per l’ambiente. Rientrando nella dicitura comunale D1, ovvero come discarica abusiva non pericolosa per il territorio.
La difesa in aula
I carabinieri risalirono così al titolare rappresentate delle società sotto accusa. Tra i testimoni ascoltati dal giudice del tribunale di Ivrea Ombretta Vanini, anche la madre dell’imputato, collaboratrice nella società. "Stavamo bonificando l’area per dare il via alla coltivazione di mirtilli. Avevamo tutti i permessi comunali per eseguire i lavori. Abbiamo posizionato del materiale di altre società in quella zona, ma i lavori non erano finiti. Era una situazione momentanea". Il processo riprenderà nel mese di settembre, quando verranno ascoltati nuovi testimoni. La difesa fa sapere nel frattempo che Andrea B. ha lavorato secondo le procedure ed i permessi ottenuti dal comune di Lanzo Torinese, rimarcando il fatto di voler collaborare per spiegare e risolvere la vicenda che ha dato il via al processo.