Rivara saluta per l'ultima volta Davide Paludetto
Folla commossa per l'addio al noto gallerista
Rivara saluta per l'ultima volta Davide Paludetto, 53 anni.
Rivara l'ultimo saluto
Questa mattina, sabato 18 novembre, Rivara saluta per l'ultima volta Davide Paludetto, 53 anni. Partendo dalla sua casa, il castello di Rivara, intorno alle 11, il corteo ha raggiunto la parrocchia, dove si è celebrato il commosso addio. L'uomo è stato trovato senza vita nella serata di sabato scorso, 11 novembre, in una delle stanze del suo castello. Lo attendevano ad una cena a Torino, ma lui, sempre puntuale, era in ritardo di 3 ore e non rispondeva al cellulare. I Carabinieri della Stazione di Rivara allertati, lo hanno trovato privo di vita tra le sale del suo Castello: una morte naturale per un malore è l’ipotesi per la quale si attende la conferma dall’esame autoptico. Il 19 maggio scorso era mancato suo padre, Franz Paludetto, personaggio istrionico, gallerista, curatore e direttore, ma anche viaggiatore, avventuriero.
Davide Paludetto
Davide Paludetto era una persona concreta e solare, benvoluta da tutti, anche lui grande amante ed appassionato di arte contemporanea, aveva fondato anni fa la Galleria «Davidepaludetto Artecontemporanea» che ha sede a Torino in via Artisti, all’interno della quale organizzava mostre d’arte apprezzate a livello internazionale ed a specchio anche quelle del Castello di Rivara. Per anni, prima di tuffarsi nel mondo dell’arte, aveva lavorato al «Salone Internazionale del Libro», dove era stato il responsabile della parte logistica e poi l’esperienza del «Kappafuturfestival». Sempre pronto ad accogliere nuove idee con la sua morte il mondo dell’arte e della cultura torinese e canavesana perdono un altro grande protagonista.
Il destino incrociato a quello del padre
«Il suo destino ancora una volta incrociato a quello del padre, proprio nel momento in cui avrebbe voluto e dovuto esprimere tutta la sua libertà, la sua voglia di essere esclusivamente se stesso, senza nulla togliere al ricordo di Franz - le parole di Fabio Vito Lacertosa collaboratore e curatore del Castello - Ciao caro amico. L'opera senza senso del destino non può cancellare il bene che tutti ti vogliono. Il tuo sogno inappagato, il festival al Castello. Ora qui stanze vuote di suoni e futuro».