Rocca, l'addio al fondatore della discoteca "Crazy Club"
Una folla immensa e commossa ha accompagnato Lelio nel suo ultimo viaggio.
Rocca, l'addio al fondatore della discoteca "Crazy Club".
Rocca, l'addio al fondatore della discoteca "Crazy Club"
Ci ha lasciati un mito, l'eterno ragazzo che dal '76 ad oggi è il punto di riferimento per la migliore gioventù del Canavese e non solo. Incredulo struggente l'ultimo saluto a Lelio Cresto 66 anni venerdì mattina 13 aprile a Rocca. Titolare del bar ristorante di famiglia da "Perutin Antica Posta" e sempre nel '76 l'indimenticabile fondatore ed anima della famosa discoteca "Crazy Club". Molti, amici e lacrime sul viso, ragazzi ragazzi ora sono genitori, quanti ricordi. Se ne è andato nel sonno mercoledì notte 11 aprile tra le sue cose abbracciato al suo Micro, un cagnolino di 16 anni.
Una folla immensa ai funerali
E' una folla quella sotto l'arcata al civico 7 in piazza Osella con lo sguardo rivolto alla piccola stanzetta a piano terra sul cortile: la luce è aperta è l'ultima benedizione del parroco Don Pierluigi Filliol. Accanto il fratello Giorgio che ha un poggiato al fianco di un viaggio per l'ultima la più avventurosa traversata. Amuleti dai mille viaggi, una testimonianza della passione di giramondo mai banale, ma colta e profonda di Lelio.
"Era la nostra luce"...
«Sarà dura la nostra luce», lo abbracciano la famiglia la cognata Katia ed i nipoti Clara, Carlo e Giulia che così tanto hanno amato, ricambiato questo zio geniale, istrionico compagno della loro vita. Lelio era un artista. Iniziò un dipingere erano gli anni '70 che colori, poi nel '76 aprì una Rocca al fianco del ristorante, il mitico locale il "Crazy Club" colomba li piazzò in bella vista, amava la musica, è una collezione di tremila vinili una fortuna di nota.
Meta di intere generazioni
Resteranno nella storia di intere generazioni le serate nel locale, si andava dall'Lelio a "cravare" che parola stamba che ancor oggi è nel gergo giovanile, il pienone tutte le sere, il suo Martini Dry. Erano i tempi delle minigonne, le auto rosse che parcheggiavano qua e la con il sommo piacere dei vicini di casa e del «Sindic». Poi le prime "dirette" musicali con lui speaker nelle prime radio "libere". Aveva la passione per l'arte. «Andava sempre in giro per mostre con gli amici Rinaldo Genesio e Maurizia Vittone - Così lo ricordano gli amici - Era un viaggiatore curioso colto di emozioni, era il '90 che decise di andare a Cuba, da allora ci ritornava ogni volta 'anno un gennaio e settembre, quanti racconti che pareva di esserci stati assieme. Amava cucinare e amava le sue piante".