Scomparso da Mappano: padre e figlio indagati
MAPPANO - A un anno e mezzo dall’avvio delle indagini ci sono due indagati legati per la scomparsa di Bakal Momcilo 44 anni, ex-militare bosniaco, titolare di un magazzino edile a Settimo ma residente a Mappano, in via Rivarolo 3. Nel registro degli indagati ci sono due persone: padre e figlio, di origine serba
MAPPANO - A un anno e mezzo dall’avvio delle indagini ci sono due indagati legati per la scomparsa di Bakal Momcilo 44 anni, ex-militare bosniaco, titolare di un magazzino edile a Settimo ma residente a Mappano, in via Rivarolo 3. Nel registro degli indagati ci sono due persone: padre e figlio, di origine serba
MAPPANO - A un anno e mezzo dall’avvio delle indagini ci sono due indagati legati per la scomparsa di Bakal Momcilo 44 anni, ex-militare bosniaco, titolare di un magazzino edile a Settimo ma residente a Mappano, in via Rivarolo 3. Nel registro degli indagati ci sono due persone: padre e figlio, di origine serba. Secondo gli inquirenti sarebbero stati loro a utilizzare, in modo improprio e senza autorizzazione del titolare, i bancomat e le carte di credito dell’imprenditore della Momo Group dopo che quest’ultimo fece perdere le sue tracce, anche ai familiari che, il 9 settembre 2016, si presentarono dai carabinieri di Leinì per denunciarne la scomparsa avvenuta, presumibilmente, dopo 24 luglio. Il giovane ventitreenne è stato ascoltato la scorsa settimana dai carabinieri coordinati dai Pm Alessandro Gallo e Giuseppe Ferrando. “Il mio assistito – spiega l’avvocato Fabrizio Bonfante – ha spiegato ai magistrati che il prelievo effettuato è stato uno solo, di circa mille euro, e su incarico del padre, braccio destro del Momcilo. Visto che il papà non sapeva come effettuare il ritiro del denaro dal bancomat, l’ha fatto lui. I soldi sono serviti per pagare alcuni dipendenti che aspettavano delle somme per il lavoro svolto e che reclamavano i compensi. Il giovane, che è un ragazzo serio, incensurato e un gran lavoratore, si sente completamente estraneo all’intera vicenda”. Ora i magistrati e i militi attendono che quello che era stato il collaboratore più stretto di Momcilo rientri dalla Serbia, dove si sarebbe ritirato per delle cure mediche. Il cinquantenne, con alcuni precedenti penali per furto, dovrebbe tornare in Italia tra tre mesi.