Scontro tra Comune e titolare: il Chiringuito finisce in tribunale
Il braccio di ferro con il Comune
Il Chiringuito, piccolo bar-ristoro ubicato all’ingresso del paese, è al centro di un braccio di ferro tra il Comune, che detiene la proprietà dell’immobile di via Romano 35, e la titolare Sabrina Tardito. Nei giorni scorsi, Tardito ha affidato al suo profilo Facebook un lungo e duro sfogo in merito alla controversia, che è finita in mano ai rispettivi legali: l’avvocato Davide Renaldo, che rappresenta il Comune di Scarmagno, e il collega Celere Spaziante che assiste Tardito. Quest’ultima parla di «una storia incredibile, priva di senso» sostenendo, tra l’altro, che «l’ente non solo non ha mai risposto, non ha mai provveduto a fare nulla, se non a chiudermi porte in faccia, dicendo che il servizio da me erogato alla comunità non era indispensabile».
La storia
La disputa è iniziata nel 2024 quando la titolare del Chiringuito ha deciso di autoridursi il canone mensile di locazione, portandolo dai 650 euro pattuiti a 400, come compensazione, a suo dire, per i danni causati dalla chiusura dei vicini impianti sportivi comunali e per i problemi irrisolti delle criticità dovute ai mancati lavori di sistemazione dei locali da parte del Comune. Dal canto suo l’ente, dopo aver inoltrato una diffida al pagamento del canone dovuto, scaduta lo scorso 15 settembre, ha incaricato l’avvocato Renaldo di procedere con un’ingiunzione nella quale è stato richiesto il rispetto delle condizioni previste dal contratto di locazione per evitarne la rescissione.
Lo sfogo della proprietaria
Tardito, che tramite l’avvocato Spaziante ha ribadito di non volersi sottrarre ai doveri contrattuali, purché rispettati da entrambi le parti, ha messo in evidenza che i locali sarebbero privi delle abilitazioni di agibilità e conformità delle impiantistiche, il che renderebbe nullo il contratto. Una vicenda sulla quale Tardito chiede «espressamente di fare silenzio», ma che è destinata a far parlare perché sono in molti a chiedersi quale sarà il futuro del Chiringuito. Fin dagli inizi, infatti, il caso ha suscitato preoccupazione in paese. I cittadini e genitori degli alunni della scuola primaria avevano lanciato una raccolta firme per chiedere all’amministrazione comunale di mantenere aperto il locale dove, tra l’altro, dopo la chiusura nell’ottobre 2023 dell’unico negozio di alimentari, panetteria e giornali del paese, si trova l’unica rivendita di pane.