Scritte d'odio vergate sul muro appena ripulito

Sulle scritte poi ripulite la vicesindaco aveva già dichiarato: «Esprimo solidarietà al gruppo per quelle frasi ingiuriose di cui non ero a conoscenza»

Scritte d'odio vergate sul muro appena ripulito
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Scritte d'odio vergate sul muro appena ripulito a Ivrea.

Scritte d'odio

Sono ricomparse ieri notte, venerdì 18 gennaio, le scritte d'odio vergate sul muro appena ripulito.  Nell'anniversario della strage di Acca Larentia,   7 gennaio, il gruppo Rebel Firm le aveva cancellate. E ricordando quanto accaduto più di 40 anni fa, Rebel Firm Ivrea di fronte al centro sociale Castellazzo Assediato, dato per occupato già da tempo da una frangia di estrema sinistra, ha chiesto che quei locali, utilizzati sempre più di rado, vengano restituiti alla cittadinanza. Intanto proprio sulla pagina del centro sociale è stata annunciata la riapertura a giorni.

Le polemiche sul centro sociale

Una polemica che si ripresenta quella sul centro sociale Castellazzo Assediato. Perché l’azione di Rebel Firm Ivrea è la stessa portata avanti, quasi una decina di anni fa, dalla Lega (allora ancora Nord). Era il primo mandato dell’ex sindaco Carlo Della Pepa quando il capogruppo della Lega, Alessandro Giglio Vigna, oggi deputato del partito, aveva lanciato pressoché lo stesso appello all’esecutivo al governo. Controllando gli edifici pubblici, assegnati ai sodalizi eporediesi, aveva infatti chiesto lumi sulla «misteriosa» situazione del centro sociale Castellazzo Assediato. «Misteriosa» perché ieri, al pari di oggi, erano, e sono, diventate sempre più scarse le informazioni sulle attività delle compagini di estrema sinistra nella città delle «rosse torri» con sede appunto nei locali di via Arduino. Il circolo «Francesco Lai» - stando a quanto si apprende - sarebbe (stato) riconducibile al movimento «Nuova Colombia», vicino alle posizioni ideologiche dell'Askatasuna, il centro sociale omonimo di matrice anarchica con circa una ventina di sostenitori.

Il commento della vicesindaco

Sulle scritte  la vicesindaco aveva chiarito: «Esprimo solidarietà al gruppo per quelle frasi ingiuriose di cui non ero a conoscenza». Per Ballurio, oltre ai danni causati imbrattando i muri («perché rovinano le proprietà altrui, di chi paga le tasse»), c’è poi un altro aspetto da non tralasciare: «Avere in concessione un locale comunale comporta il rispetto delle regole e ogni azione contraria a ciò è, a mio parere, antidemocratica». Tant’è che ha evidenziato: «I fascismi non sono solo di un “colore”, così come la democrazia non appartiene a una sola parte politica». Ma sono ricomparse.

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