Speleologo canavesano ferito nell’Abisso Paperino: salvataggio a -40 metri
Colpito da una roccia durante un’esplorazione sotterranea: intervento complesso del Soccorso Speleologico CNSAS con disostruzioni, pozzi verticali

Speleologo canavesano ferito nell’Abisso Paperino: salvataggio a -40 metri con microcariche e oltre 50 soccorritori
Marco Massola colpito da una roccia durante un’esplorazione sotterranea: intervento complesso del Soccorso Speleologico CNSAS con disostruzioni, pozzi verticali e trasporto in elicottero all’ospedale.
Speleologo canavesano ferito nell’Abisso Paperino
La Prima Delegazione di Soccorso Speleologico del CNSAS è intervenuta questa mattina per soccorrere uno speleologo infortunatosi nell'Abisso Paperino sulla Colla Termini (Alpe degli Stanti) in provincia di Cuneo. Lo speleologo, Marco Massola, 62 anni di Barbania, impiegato alla Suzuki di Romassomero, stava procedendo all'interno della grotta con altri compagni quando è rimasto vittima della caduta di rocce.
L'incidente
L’incidente era avvenuto intorno alle 12 di domenica 20 luglio, circa mezz’ora dopo l’ingresso del gruppo di speleologi in grotta. La vittima si trovava alla base di un pozzo, a circa -40 metri di profondità, quando è stato colpito da una roccia staccatasi dall’alto.
I soccorsi
Immediatamente è stato lanciato l’allarme e, nel primo pomeriggio, i tecnici del CNSAS hanno raggiunto l’ingresso della cavità, situato a quota 1870 metri, ed effettuato l’accesso in grotta alle 16.
Nel punto dell’incidente è stata allestita una tenda riscaldata e condizionata, dove il ferito – che ha riportato un trauma cranico – è stato stabilizzato e monitorato costantemente da due sanitari del CNSAS, entrambi specializzati in soccorso medicalizzato in ambiente ipogeo. Per tutto l’intervento è stato mantenuto il contatto con il campo base grazie a una linea telefonica via cavo.
Risalita complessa
L’estrazione del ferito ha richiesto complesse operazioni di disostruzione in più tratti del percorso sotterraneo. I tecnici del CNSAS, opportunamente formati, hanno impiegato microcariche esplosive per allargare tre strettoie particolarmente impegnative che rendevano impossibile il passaggio dell’infortunato. Per superare questi tratti, il ferito è stato immobilizzato con un dispositivo KED, che consente la protezione della colonna vertebrale in spazi estremamente ristretti.
Il trasporto verso l’uscita ha richiesto il superamento di due pozzi verticali di circa 15 metri ciascuno, due meandri stretti e una strettoia particolarmente complessa. Grazie al lavoro coordinato di oltre 50 tecnici provenienti dalle delegazioni speleologiche del CNSAS di Piemonte, Lombardia, Trentino, Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, le operazioni si sono concluse in sicurezza.
Trasportato in ospedale
Una volta fuori dalla grotta, lo speleologo è stato nuovamente valutato dai sanitari e immediatamente trasferito in ospedale dal Servizio Regionale di Elisoccorso di Azienda Zero Piemonte.
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