in tribunale

Strage di corso Italia, al processo si parla del biglietto che dimostrerebbe la premeditazione

Alla prossima udienza è possibile che si vada verso la fine dell’istruttoria

Strage di corso Italia, al processo si parla del biglietto che dimostrerebbe la premeditazione
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Strage di corso Italia, al processo si parla del biglietto che dimostrerebbe la premeditazione.

Strage di corso Italia

Il processo Tarabella procede veloce, martedì, 4 luglio, sono stati sentiti i testimoni ed è possibile che già nella prossima udienza del 18 luglio si vada verso la fine dell’istruttoria. Martedì 20 giugno era iniziato il dibattimento in corte d'Assise, dopo tre udienze preliminari, a carico di Renzo Tarabella, l’anziano di 83 anni che l’11 aprile 2021 uccise la moglie Maria Grazia Valovatto e il figlio disabile Wilson, e poi Osvaldo Dighera e Liliana Heidempergher, i vicini di casa che vivevano al piano superiore, e che all’arrivo dei carabinieri si sparò  un colpo di pistola in faccia.

L'avvocato Bersano

«Sembra che Tarabella il 18 luglio possa venire in tribunale, vedremo - spiega l’avvocato di Francesca Dighera, figlia della coppia dei vicini di casa uccisi, Sergio Bersano - il Maresciallo Nicolosi ha dimostrato la premeditazione grazie al fatto che è venuto fuori che questo foglietto dove lo stragista aveva scritto che avevano insultato il figlio disabile per cui meritavano di essere puniti. Dagli esami microbiologici è emerso che questo biglietto è stato scritto prima di sparare». Perciò presumibilmente non si è trattato di un ‘Dolo Impeto’ - un delitto di impedito – ma premeditato.
«Il processo va spedito – continua a spiegare l’avvocato – e alla prossima udienza, il 18 luglio, si farà la gran parte dell’istruttoria e si andrà verso la conclusione».

Le testimonianze

Hanno testimoniato Giada Ciccarelli, Maresciallo dei Carabinieri di Rivarolo sulle indagini svolte e il Brigadiere dei Carabinieri di Ivrea che aveva fatto irruzione quando Tarabella si era barricato in casa. Nicolosi ha testimoniato sugli esami balistici e di micro biologia per la ricostruzione dei fatti sui reperti, e in particolare sul reperto che è un bigliettino (che dovrebbe provare la premeditazione per il suo contenuto) che presumibilmente era già stato scritto con l’unica matita trovata prima che  Tarabella sparasse un numero rilevante di colpi. In relazione alle tempistiche è stato verificato che l’azione criminosa è iniziata prima su Wilson Tarabella e Maria Grazia Valovatto, la moglie, ipoteticamente qualche ora prima dell’omicidio dei coniugi Dighera-Heidempergher, ricostruzione fatta grazie al lavoro del dottor Testi che ha testimoniato per quanto riguarda la medicina legale.

Francesca Dighera

Infine è stata sentita la parte civile, la figlia della coppia dei vicini di casa uccisi, Francesca Dighera, che ha raccontato la notte della tragedia e che tipo di persona era Tarabella. Dalla testimonianza è emerso che «era un tipo ostile a tutti, non solo ai suoi. I suoi erano gli unici che l’avevano aiutato ed è inaccettabile che abbia proiettato la sua invidia e la sua rabbia sugli unici che l’avevano aiutato». Francesca Dighera ha anche detto che nella notte della strage è morta una Francesca e ne è nata un’altra.

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