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Strambino, la rabbia degli agricoltori: "Aspettiamo risposte credibili"
Si sono incontrati a Crotte di Strambino il 3 agosto per discutere di siccità e di rincari del carburante e dell’energia elettrica
Strambino, la rabbia degli agricoltori: "Aspettiamo risposte credibili"
"Aspettiamo risposte credibili"
"Quando un problema è un problema per gli agricoltori vuol dire che è un problema per tutti. Si può anche dire in un altro modo: quando un problema è di tutti, lo è a maggior ragione per gli agricoltori". Scrive sulla sua pagina social Fabio Cordera, agricoltore e consigliere di minoranza, insieme agli altri agricoltori e continua: "Per questa ragione ci siamo autoconvocati e incontrati a Crotte di Strambino il 3 agosto per discutere di siccità e di rincari del carburante e dell’energia elettrica. Lo abbiamo fatto indipendentemente dalle organizzazione di categoria, che su molti temi urgenti sono in vacanza anche quando non sono in ferie. Lo abbiamo fatto per discutere, confrontarci e cercare di capire quali soluzioni adottare e quali sostegni chiedere alle istituzioni, di fronte alla nostra principale preoccupazione rappresentata dalla riduzione di un terzo del raccolto complessivo.
"Noi non abbiamo ammortizzatori sociali"
"Per le nostre aziende, piccole o grandi che siano, è difficile immaginare di mantenere i livelli occupazionali raggiunti, se non si metterà un freno all’aumento dei costi delle materie prime zootecniche e dell’energia elettrica per le stalle da latte, - aggiunge - a differenza degli altri settori industriali, per noi non ci sono ammortizzatori sociali. Per noi tutte le decisioni di potere, che interrompono il normale corso dei rapporti commerciali – la guerra, purtroppo, ne è un esempio attualissimo - sono sbagliate e tutti coloro che le sostengono sono inutili e dannosi. Non è che ci crediamo più importanti degli altri per l’economia nazionale, però sul nostro comparto la ricaduta di avvenimenti anche lontani è immediata e drammatica".
Costretti ad aumentare i prezzi
Conclude Cordera: "La terra è una sola: quella che noi coltiviamo qui è la stessa coltivata e fatta fruttare in ogni parte del pianeta. È da essa che l’agricoltura ricava un bene primario, che è irrinunciabile: cibo. Per sostenersi senza aiuti dall'esterno, a fronte dell'aumento dei costi, il produttore è costretto ad aumentare il prezzo a cui vende il suo prodotto. E così tutti ci vanno di mezzo, perché il consumatore finale, che non può non mangiare, è costretto a sua volta a comprare ad ogni condizione imposta. È davvero consapevole la nostra politica di questo ragionamento elementare o è troppo indaffarata in altre faccende? E i nostri sindacati, che dovrebbero offrire consulenza per scrivere progetti finalizzati a raccogliere finanziamenti europei, hanno perso definitivamente la voce? Aspettiamo risposte credibili".