Cuorgnè

Sulla villa del boss la partita non è chiusa

Il sindaco Cresto: «Il Comune rappresenta lo Stato, è giusto che arrivi una mano tesa dagli organi superiori»

Sulla villa del boss la partita non è chiusa
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Sulla villa del boss la partita non è chiusa: Cresto ringrazia il Prefetto per la disponibilità e conferma di essere pronta a valutare tutte le opzioni.

Sulla villa del boss la partita non è chiusa

Segnali di apertura alla Conferenza di Servizi in cui si è discusso dell’acquisizione da parte del Comune di Cuorgnè dei beni confiscati alla mafia balzati nuovamente agli onori delle cronache. All’incontro erano presenti, oltre agli enti interessati, anche il Prefetto Raffaele Ruberto, l’Assessore regionale Maurizio Marrone, il vicesindaco della Città Metropolitana Roberto Montà ed il vicesindaco di Torino Michela Favaro.

Il sindaco Cresto

«Il Prefetto ha fatto un lungo preambolo in cui ha evidenziato come la situazione emersa dalla conferenza preliminare, nel corso della quale solo 3 comuni su 11 avevano dato la disponibilità ad acquisire i beni, fosse rappresentativa della difficoltà che i comuni devono affrontare nel farsi carico dei beni sottratti alla criminalità e come le ragioni espresse da tutti gli amministratori fossero di natura economica - spiega la prima cittadina Giovanna Cresto - Al termine dell’intervento del Prefetto è stato chiesto di esprimersi in merito alla manifestazione di interesse negativo resa dal Consiglio Comunale. Ho ribadito le difficoltà di ordine finanziario e progettuali-organizzative già espresse nella conferenza preliminare e nel Consiglio, evidenziando che i termini molto stretti imposti dall’Agenzia per rendere la manifestazione di interesse non avevano neppure consentito di assumere, in modo serio e responsabile, decisioni diverse, soprattutto alla luce del fatto che era stato effettuato un solo sopralluogo negli immobili. A ciò si aggiungeva il fatto che, a distanza di oltre quattro anni dal provvedimento conclusivo del procedimento di confisca, l’amministrazione non era più stata in alcun modo interpellata al fine di valutare i possibili riutilizzi degli immobili. Il Prefetto ha quindi preso nuovamente la parola invitandoci a voler valutare una strada nuova, che consenta al nostro comune di acquisire gli immobili senza che ciò costituisca un aggravio insostenibile per le casse comunali».

Disponibilità dal Prefetto

«Il Prefetto si è impegnato personalmente a porre in essere azioni di ricerca dei possibili fondi con cui realizzare le opere necessarie per la riconversione degli immobili a fini sociali od istituzionali ed altresì a proporre in un’ottica di condivisione e collaborazione possibili progetti di utilizzo. Il tutto al fine di evitare che il comune di Cuorgnè, al pari di quelli che avevano declinato l’invito ad acquisire i beni, si “chiamasse fuori” in modo definitivo - commenta la prima cittadina - Il Prefetto ha proposto di organizzare degli incontri in presenza dedicati ai singoli comuni, con la partecipazione dell’Agenzia, proprio al fine di valutare insieme ogni possibile alternativa che consenta agli enti locali di acquisire i beni confiscati. Naturalmente, a fronte dell’accorato appello formulato dal Prefetto, ho manifestato la disponibilità ad intervenire a detti incontri al fine di valutare, congiuntamente a Prefetto, Agenzia e Demanio, le soluzioni eventualmente perseguibili nell’interesse della collettività. Ringrazio e apprezzo la vicinanza e la condivisione di intenti espressa dal Prefetto. Il Comune è un’appendice dello Stato, la più piccola ma sicuramente la più vicina al cittadino, e per questo merita di sentirsene parte. La presa di posizione del Prefetto apre la porta a nuovi scenari anche per Cuorgnè e, se effettivamente si avrà modo di superare le difficoltà economiche ed organizzative sovra descritte, si potrà legittimamente tornare sulla decisione assunta».

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