Testa di maiale appesa ad un cancello di una villetta

Il precedente. Un imprenditore di San Mauro era stato minacciato dalla criminalità organizzata con una testa di maiale.

Testa di maiale appesa ad un cancello di una villetta
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Testa di maiale mafia o scherzo di cattivo gusto?

Testa di maiale al cancello di casa

Fa ancora discutere, nel torinese, il macabro ritrovamento di una testa di maiale appesa ad un cancello di una villetta di Moncalieri. Il caso è avvenuto in concomitanza della notte di Capodanno ed è stato scoperto da una guardia giurata in servizio nella zona. Una notizia che da subito ha creato forti reazioni di preoccupazione tra i residenti della zona. La storia della cinematografia ha infatti connesso la “consegna” della testa di un animale morto alle intimidazioni di tipo mafioso.

Le indagini

Dopo l’allarme, sul posto, sono intervenuti i carabinieri che hanno immediatamente avviato le indagini. Il macabro ritrovamento ha spinto gli inquirenti a non escludere alcuna pista. Si indaga tanto sullo scherzo di cattivo gusto, visto il periodo dell’anno, tanto sull’avvertimento di tipo intimidatorio.

A chi era destinata?

Gli inquirenti stanno valutando anche il possibile destinatario, qualora non si sia trattato di uno scherzo di cattivo gusto, del destinatario della testa di maiale. Le famiglie che abitano nella villetta hanno, però, da subito, dichiarato di non aver mai ricevuto minacce di alcun tipo.

I precedenti

Quello della testa di maiale, però, è facilmente identificabile come una vera e propria intimidazione di tipo mafioso. Lo dimostra uno dei precedenti casi di cronaca giudiziaria che ha riguardato il nostro territorio. Si tratta, in particolare, dell’indagine dei carabinieri del Comando provinciale di Torino che hanno concluso l’operazione “Big Bang” alla fine di gennaio di due anni fa. Un’operazione che i carabinieri hanno condotto per sgominare un’associazione criminale, di stampo ‘ndranghetista, attiva su tutto il territorio di Torino e provincia. Grazie ad una serie di affiliati che facevano capo ad un unico “clan” criminale.

La testa di maiale all’imprenditore

Un avvertimento a dir poco drammatico. Di questo, in sostanza, si era trattato all’epoca dei fatti. Un imprenditore attivo in strada del Cascinotto, tra San Mauro e Torino, aveva ricevuto una testa di maiale in una scatola che gli era stata recapitata. Un messaggio diretto, per fargli capire di essere in pericolo e che la criminalità organizzata non aveva mancato di recapitargli. “Sei andato a trovare il nostro amico di San Mauro?”, “Sì, gli ho portato le salsicce”. Così parlavano i criminali tra di loro, riferendosi all’imprenditore di strada Del Cascinotto.

Il coraggio di denunciare

Era stato proprio l’imprenditore, dopo essere stato messo alle strette dalla criminalità organizzata a trovare la forza di reagire e di denunciare quanto accaduto ai carabinieri. La Procura di Torino, alla conclusione dell’operazione, aveva evidenziato il coraggio di denunciare dimostrato dall’uomo. L’auspicio della Procura è che altre vittime di questi odiosi atti minatori trovino la forza di denunciare quanto subito, invitandoli ad assumere l’atteggiamento che rappresenta il solo modo di arrestare e vincere il diffondersi della cultura mafiosa anche in Piemonte.

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