Castellamonte

Testa: Se partono le altre varianti è un disastro

A lanciare l'allarme è il presidente del sindacato autonomo nazionale dei medici (Snami)

Testa: Se partono le altre varianti è un disastro
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Testa: Se partono le altre varianti è un disastro ha detto il presidente nazionale dello Snami (Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani).

Testa: Se partono le altre varianti

«La terza ondata è già arrivata, bisogna solo certificarla con l’incremento dei casi positivi che stanno aumentando». A parlare, con il suo modo chiaro e schietto, è Angelo Testa, medico di Castellamonte con studio nel distretto sanitario di Rivarolo, già presidente nazionale dello Snami (Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani). E poi avverte: «Quello che adesso preoccupa di più sono le varianti, l’inglese, e la gestione dei vaccini. Se le gente non capisce che si deve fermare, distanziare, non assembrare e usare la mascherina fin sopra il naso evitando così che la variante brasiliana o quella sudafricana inizino a circolare, sarà un vero disastro».
Angelo Testa è categorico. Anche nell’analizzare questo primo anno di convivenza con il Covid. «In questi primi dodici mesi di pandemia abbiamo imparato a conoscere la malattia di cui ignoravamo l’esistenza. Pensavamo a una patologia completamente diversa, ma nonostante tutto, siamo ancora comunque in difficoltà perché è complicata. Il virus varia. Diciamo che continua ad essere, per certi versi, una malattia sempre nuova. La difficoltà più grande, comunque, è far capire che alla gente che non è tutto finito, anzi. E in questi giorni lo scopriremo amaramente».

Vaccini e ancora vaccini

Ma una soluzione c’è. «L’unico modo per uscirne è vaccinare più possibile, purtroppo, però, non dipende da noi. Come medici di base abbiamo dato la disponibilità e lo stiamo facendo; purtroppo però non abbiamo le munizioni: mancano le dosi. E nel frattempo, lo ripeto, niente assembramenti e mascherine ben indossate. Ma se non si capisce questo… E mi sa che non lo si è compreso, perché altrimenti non si spiega la massa di gente in giro domenica, solo perché poi dal giorno dopo si passava in arancione. Per noi che lavoriamo a contatto con gli ammalati è una cosa che fa male. Negli ospedali ci ritroviamo punto a capo. Siamo anche stanchi». Poi un appunto: «Chi ha l’appuntamento per fare il vaccino venga a farlo: sono diverse le persone che nonostante la prenotazione, poi non si presentano».

Chiudere no, stringere sì

E sul tema, Angelo Testa aggiunge. «La soluzione, che ovviamente non si può praticare perché non ce lo possiamo permettere dal punto di vista economico, sarebbe quella di chiudere nuovamente tutto, dare i ristori, vaccinare e ritornare alla nostra vita. Dal Governo mi sembra che arrivino dei segnali di cambiamento che vanno nella giusta direzione: fortunatamente è stato rimosso il Commissario Arcuri e al suo posto è stato messo un militare ed è un buon segno, vuol dire muovere tutto un sistema in maniera diversa da come è stato fatto fino ad oggi. Con un’altra attenzione. Come dicevo non credo che si possano praticare chiusure a tappeto ma stringere le maglie su certe situazioni e atteggiamenti sì. In questa settimana sono aumentate le chiamate per patologie compatibili o riconducibili al Covid».

O vaccino o rispondo al telefono

Tra lunedì e martedì ho ricevuto aumento il 70% delle telefonate in più rispetto ai giorni precedenti. Questo perché il virus, ora, è molto più contagioso. Però, a differenza della prima ondata, quando ammalarsi significava stare molto male o morire, oggi, col vaccino si possono ridurre le complicanze. Da aprile arriveranno, così ha promesso Draghi, milioni di dosi e ne sono convinto che sarà così. Ma poi, bisognerà vaccinare giorno e notte a tutto spiano. E noi medici di base abbiamo dato la disponibilità a farlo, però, bisogna comprendere che per noi sarà un altro lavoro e mentre lo faccio non posso rispondere al telefono 40 volte al giorno. Ma questa è l’unica soluzione se vorremmo tornare in autunno ad una parvenza di normalità».
Maurizio Vermiglio

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