Una ragazzina è stata salvata dal "matrimonio combinato"
Grazie anche all'aiuto di una compagna di classe, ha avuto il coraggio di raccontare alla Polizia la sua storia
Grazie anche all'aiuto di una compagna di classe, ha avuto il coraggio di raccontare alla Polizia la sua storia
Nei giorni scorsi la studentessa torinese quindicenne Rashida (nome di fantasia) di origini egiziane ha telefonato al Servizio 114 Emergenza Infanzia per segnalare che i parenti la volevano dare in sposa contro la sua volontà ad un adulto sconosciuto e venticinquenne. Tale comunicazione, tramite l’Ufficio Minori della Divisione Polizia Anticrimine della Questura, è stata veicolata al Commissariato "Barriera Milano" che si è immediatamente attivato contattando la minore presso l’Istituto Superiore ove la ragazza frequenta con profitto il primo anno. I poliziotti, tra cui la dirigente, hanno ascoltato la minore che, alla presenza del preside, ha raccontato la sua storia. La giovane era stata promessa sposa: a casa sua tutto era già pronto per la cerimonia di fidanzamento che si sarebbe svolta di lì a tre giorni, la domenica seguente, compreso il banchetto nuziale ed il vestito rosso acquistato direttamente dal promesso sposo. La ragazzina in lacrime riferiva di un tentativo anticonservativo messo in atto qualche giorno prima, mediante il taglio dei polsi, finalizzato a manifestare il proprio dissenso e che avrebbe ripetuto se l’avessero obbligata a fidanzarsi contro la sua volontà. Precisava anche che la madre le aveva detto che non sarebbe più andata a scuola poiché ad una moglie l’istruzione non serve perché è il marito che deve badare a lei e che l’avrebbe mandata in Egitto dalla futura suocera così non avrebbe più potuto ribellarsi. Vista l’imminente scadenza ed il fatto che la giovane era sempre accompagnata dai parenti, non potendo uscire di casa da sola, i poliziotti si sono attivati, in accordo con il Tribunale di Minorenni, e hanno individuato, tramite l’Ufficio Minori del Comune di Torino, una comunità idonea dove ospitare la giovane. A distanza di qualche giorno gli agenti del Commissariato sono andati a trovare Rashida in comunità ed hanno potuto verificare che la giovane era felice e serena ed aveva anche ripreso ad andare a scuola accompagnata dagli educatori in quella classe dove aveva trovato la sua salvezza nell’amichetta e compagna di scuola Sofia (nome di fantasia), che, raccolte le sue confidenze, è stata la sua salvezza prestandole il suo telefono e componendo il numero 114.