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Vaccini Covid arrivati in Canavese, tutto quello che c'è da sapere

Come e dove vengono stoccati, chi ne ha diritto, efficacia e importanza del vaccino.

Vaccini Covid arrivati in Canavese, tutto quello che c'è da sapere
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Vaccini Covid arrivati in Canavese, tutto quello che c'è da sapere: come e dove vengono stoccati, chi ne ha diritto, efficacia e importanza del vaccino.

Vaccini Covid arrivati in Canavese

“Oggi è una giornata che ci fa guardare con speranza al nuovo anno. Sono state consegnate le prime dosi di vaccino Covid-19 per i nostri tre hub ospedalieri – Chivasso, Ciriè e Ivrea – identificati come siti di stoccaggio e di somministrazione del vaccino. L’impegno organizzativo per la predisposizione del piano vaccinale locale è stato importante, in particolare per la numerosità dei soggetti interessati, per la rigorosa attenzione agli aspetti logistici per garantire la catena del freddo e agli aspetti tecnici nella preparazione del vaccino da somministrare. La macchina organizzativa è pronta, da domani 31 dicembre iniziamo a vaccinare. Non poteva esserci una fine migliore per questo anno così difficile e gravoso” riferisce con soddisfazione ed emozione il Commissario dell’ASL TO4, dottor Luigi Vercellino.

Lo stoccaggio negli ultracogelatori

Nella prima mattinata di ieri, mercoledì 30 dicembre, sono state consegnate le prime 1.170 dosi di vaccino Comirnaty della ditta Pfizer (195 flaconi contenenti ciascuno 6 dosi di vaccino) per ognuno dei tre hub dell’ASL TO4 (Ospedale di Chivasso, Ospedale di Ciriè e Ospedale di Ivrea).
All’arrivo i flaconi multidose sono stati immediatamente allocati nei due ultracongelatori disponibili in ASL, che garantiscono la conservazione del vaccino a – 75° C. Gli ultracongelatori di Ivrea al momento permettono lo stoccaggio anche delle dosi destinate all’Ospedale di Ciriè, verso il quale saranno trasportate per le vaccinazioni; questo in attesa dei quattro ultracongelatori che, da metà gennaio, il Bioindustry Park Silvano Fumero di Colleretto Giacosa metterà a disposizione dell’ASL TO4 in comodato d’uso gratuito. A regime, quindi, ciascuno dei tre hub ospedalieri dell’Azienda disporrà di due ultracongelatori.

Efficacia e test

Il vaccino Pfizer, destinato a prevenire la malattia da coronavirus 2019 (Covid-19) nei soggetti a partire dai 16 anni di età, è tecnologicamente molto avanzato e la sua efficacia è stimata a circa il 95% dopo l’iniezione della seconda dose, che è somministrata dopo 21 giorni dalla prima: questo significa che, dopo una settimana dalla seconda dose del vaccino, è evitato al 95% degli adulti vaccinati di sviluppare la malattia Covid-19. La sua sicurezza è stata valutata su oltre 40.000 persone. Le reazioni avverse osservate più frequentemente nello studio sul vaccino Pfizer sono state in genere di entità lieve o moderata e si sono risolte entro pochi giorni dalla vaccinazione. Tra queste figuravano dolore e gonfiore nel sito di iniezione, stanchezza, mal di testa, dolore ai muscoli e alle articolazioni, brividi e febbre. La sicurezza e l’efficacia del prodotto sono state garantite dai necessari approfondimenti effettuati dalle Agenzie regolatorie (per l’Europa l’EMA-Agenzia Europea per i Medicinali, e successivamente, per l’Italia, l’AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco).

Gratuito e non obbligatorio ma fortemente raccomandato

Il vaccino, gratuito e non obbligatorio ma fortemente raccomandato, viene iniettato nel muscolo della parte superiore del braccio e non utilizza virus attivi, bensì solo una componente genetica che porta nell’organismo di chi si vaccina l’informazione per produrre anticorpi specifici. Non sono coinvolti virus interi o vivi, perciò il vaccino non può causare malattie. L’mRNA del vaccino (molecole di acido ribonucleico messaggero), come tutti gli mRNA prodotti dalle cellule, si degrada naturalmente dopo pochi giorni nella persona che lo riceve.

Le priorità

Nel periodo iniziale di disponibilità limitata del vaccino, a livello nazionale e regionale è stato necessario definire delle priorità in modo chiaro e trasparente, tenendo conto delle raccomandazioni internazionali ed europee. Nella prima fase di realizzazione del piano vaccinale, che interessa i prossimi mesi di gennaio e febbraio, sono state individuate le seguenti categorie da vaccinare in via prioritaria:

  • gli operatori delle Aziende Sanitarie Regionali, compresi i convenzionati (come i medici di famiglia, i pediatri di libera scelta, gli specialisti ambulatoriali);
  • gli operatori delle strutture sanitarie private accreditate;
  • i dipendenti di ditte aggiudicatarie di appalti delle Aziende Sanitarie Regionali;
  • i dipendenti/volontari di associazioni per il trasporto infermi;
  • gli ospiti e il personale delle RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali) e delle RA (Residenze Assistenziali).
    In primis sono interessati gli operatori sanitari e sociosanitari, che hanno un rischio più elevato di essere esposti all’infezione da SARS-CoV-2 (virus responsabile della malattia Covid-19) e di trasmetterla a pazienti suscettibili e vulnerabili in contesti sanitari e sociali.

La somministrazione

Nell’ASL TO4 la vaccinazione Covid-19 è effettuata nei tre Presidi ospedalieri di Chivasso, di Ciriè e di Ivrea per tutte le categorie sopra considerate, con esclusione degli ospiti e del personale delle strutture residenziali per i quali la vaccinazione si esegue in loco (in auto-somministrazione o tramite équipe dell’ASL).
Nelle fasi successive del piano vaccinale si inizierà a effettuare la somministrazione prioritariamente alle persone di età avanzata, ai soggetti affetti da patologie croniche-degenerative e alle categorie appartenenti ai servizi essenziali (come gli insegnanti e il personale scolastico e le forze dell’ordine), fino ad arrivare a offrire la vaccinazione a tutta la popolazione entro la fine del 2021. Le modalità organizzative nelle varie fasi saranno via via rese pubbliche.

Foto - consegna del vaccino Ospedale di Chivasso
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Foto - consegna del vaccino Ospedale di Ivrea
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Foto - collocazione del vaccino in ultracongelatore
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