Sulla villa sequestrata a San Giusto Città metropolitana chiede progetto condiviso

Marocco: "Chiunque abbia a cuore la legalità, vorrebbe dare al bene confiscato una destinazione anche simbolica importante per il territorio".

Sulla villa sequestrata a San Giusto Città metropolitana chiede progetto condiviso
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Si riaccendono i riflettori sulla villa sequestrata San Giusto Canavese al boss Nicola Assisi. Sull'abitazione appartenuta al "re del narcotraffico", la Città metropolitana chiede progetto condiviso.

Villa sequestrata a San Giusto

E' terminata in Brasile la latitanza "d'oro" di Nicola e Patrick Assisi. Ha fatto il giro del mondo la notizia dell'arresto in Sud America di Nicola Assisi, tra i più grandi traffianti di cocaina del mondo, condannato a 30 anni di carcere dal Tribunale di Ivrea. Ovviamente, ha fatto molto disuctere anche in Canavese, soprattutto a San Giusto, dove si è tornati a parlare della villa dequestrata al boss.

Città Metropoliatana

Solo poco tempo fa proprio davanti alla villa sequestrata a San Giusto Canavese si era tenuto un presidio pacifico di Libera Piemonte. Un sit-in per parlare della storia di questa abitazione, del suo futuro, dei passi necessari per riportarla a nuova vita. Sulla villa è intervenuta anche Città Metropolitana chiedendo un progetto condiviso. "Una vittoria delle forze dell'ordine e della legalità - commenta il vicesindaco di Città Metropolitana di TorinoMarco Marocco - che ripropone con forza la necessità di un progetto condiviso sulla destinazione della villa di san Giusto Canavese. Chiunque abbia a cuore la legalità, vorrebbe dare al bene confiscato una destinazione anche simbolica importante per il territorio, ma non dobbiamo nasconderci allo stesso tempo le grandi difficoltà che gli Enti pubblici incontrano in questi casi".

Progetto condiviso

"Una progettazione pubblica condivisa sulla miglior destinazione per la villa di San Giusto Canavese, che non lasci quel bene confiscato senza un destino ma assicuri allo stesso tempo l'impegno di una rete di istituzioni pubbliche piemontesi e nazionali potrebbe rappresentare una soluzione" chiosano da Città Metropolitana.

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