Cuorgnè

Zona gialla ma conti "in rosso" per molti commercianti e Partite iva

La lettera scritta al Presidente della Repubblica

Zona gialla ma conti "in rosso" per molti commercianti e Partite iva
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Zona gialla ma conti "in rosso" per molti commercianti e Partite iva.

Zona gialla

Il passaggio del nostro territorio in zona gialla con il conseguente allentamento delle misure restrittive anti-virus e la riapertura di bar e ristoranti, anche se a orario «ridotto», non basta. Il rischio concreto è quello che, calcolatrice alla mano, tra qualche mese i conti siano drammaticamente in «rosso» per tanti commercianti, ristoratori e negozianti. Servono aiuti efficaci e non solo «fiumi di parole». Per questo motivo, sabato scorso, 12 dicembre a Torino sono tornate a «colpire» le Mascherine Tricolori in centro per ribadire il loro invito ad acquistare nei negozi della città e non su Amazon, lasciando inoltre  un albero di Natale appositamente decadente, addobbato con diversi cartelli recanti le scritte 'mutuo', «affitto», «bollette» e «tassa rifiuti» e lo slogan «non si muore solo di Covid».

I commercianti

Alle nostre latitudini quattro esercenti di Cuorgnè, Marco Camerlo. Salvatore Maio, Alessandra Luppi e Maurizio Scafidi, hanno preso carta e penna e scritto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al premier, Giuseppe Conte, al governatore della Regione Piemonte, Alberto Cirio, oltre che al ministro del lavoro, Nunzia Catalfo, ai presidenti dell'Inps e Inail, Pasquale Tridico e Franco Bettoni, al «numero uno» di Confcommercio, Claudio Sangalli. Dopo essersi fatti portavoce di una 90ina di colleghi canavesani e cuorgnatesi, chiedendo uno «sconto» nelle bollette della Tari all’Amministrazione comunale di Cuorgnè, questa volta lo hanno fatto a nome di tutti i commercianti dell'alto Canavese e di tutto il Piemonte, che da marzo sono stati colpiti duramente da una crisi resa senza precedenti dall'emergenza epidemiologica da Covid-19.

Riduzione nei versamenti

«Chiediamo di poter rivalutare la posizione dei commercianti iscritti all'Inps e all'Inail, che, durante questo anno di pandemia da Coronavirus, non hanno ricevuto la giusta attenzione da parte vostra – scrivono i quattro commercianti del paese delle due torri, che martedì sono stati ricevuti in Regione Piemonte  – Noi commercianti chiediamo che per i mesi di fermo delle nostre attività venga sospesa il versamento di Inps e Inail. Questo perché non si è creato utili e perché non si potevano certamente arrecare dei danni fisici a noi e ai nostri dipendenti, obbligandoci durante il lockdown a rimanere a casa».

Le proposte alternative

La lettera è un grido di allarme e aiuto, ma anche un insieme di proposte costruttive per uscire tutti insieme da questo periodo delicato, dando una mano concreta ai negozianti a tenere alzate le serrande dei propri negozi anche nei mesi futuri: «Se non si ritiene fattibile la sospensione dei versamenti, chiediamo che a tutti i commercianti che con le loro attività hanno avuto delle perdite superiori al 33% nel corso dell'intero anno venga riconosciuto un credito da parte degli enti Inps e Inail per i mesi di blocco. Oppure la nostra proposta è che questo anno 2020, ad avvenuto pagamento del dovuto, possa essere considerato ai fini pensionistici raddoppiato in termini di mesi (quindi 24 e non solo 12). In questo modo lo sforzo che tutti noi commercianti abbiamo fatto nel cercare di continuare a lavorare sarà effettivamente premiato. Riteniamo che sia una richiesta lecita e siamo speranzosi che le nostre istanze vengano accolte da chi di dovere. Riconosciamo l'importanza del fondo pensionistico, ma noi, è bene sottolinearlo, non usufruiamo neanche di rimborsi mutualistici».

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