IMI Rievocati ai Caffè Culturali quei soldati che dissero “No”

"IMI - I soldati che dissero no - Le vicende di Antonio Viviani, internato Militare Italiano".

IMI Rievocati ai Caffè Culturali quei soldati che dissero “No”
Pubblicato:

IMI Rievocati ai Caffè Culturali. Un pubblico numeroso ha gremito il Caffè Rocciamelone per i periodici Caffè Culturali organizzati con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale e della Pro Loco di Viù.

IMI Rievocati ai Caffè Culturali

Si è parlato degli Internati Militari Italiani. Dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943, infatti, molti soldati italiani furono braccati dai reparti tedeschi e condotti in prigionia. Nonostante le privazioni, la fame e le mortificazioni, molti di loro rifiutarono di tornare in Italia accettando di arruolarsi nell’esercito della Repubblica Sociale Italiana. Una scelta dettata dal rifiuto della prospettiva di combattere ancora a fianco del Terzo Reich e dalla fedeltà di quei militari al loro giuramento prestato al Re d’Italia ed alla patria lontana e rimpianta.

Antonio Viviani

Tra loro vi fu Antonio Viviani a cui la figlia Ida ha dedicato il volume “IMI - I soldati che dissero no - Le vicende di Antonio Viviani, internato Militare Italiano". L’autrice è stata introdotta dall’assessore Alberto Guerci e intervistata dagli storici Milo Julini e Alessandro Mella. Presenti in sala il sindaco viucese Daniela Majrano, il vicesindaco di Vallo, Ausilio Bergero e la vicepresidente della Pro Loco, Laura Aires.

Gli interventi

Il professor Milo Julini ha approfondito diversi temi con parallelismi con la storia locale. Alessandro Mella ha richiamato l’attenzione sul silenzio che, per ragioni anche d’opportunismo politico, ha avvolto tristemente gli «Imi» per molti anni.
Ida Viviani, attraverso le domande e le risposte, ha raccontato e descritto la figura dell’uomo, del padre di famiglia e del probo soldato di cui si parla nel libro.
Suo fratello Giovanni Viviani ha poi ricordato alcuni simpatici aneddoti utili a comprendere, ancor meglio, la figura del loro padre Antonio.

Seguici sui nostri canali