Le opere di Baruzzi e Marthyn in mostra ad Albissola Marina

Sandra Baruzzi e Guglielmo Marthyn ambasciatori di ceramiche d’Arte castellamontesi con la mostra "riflessi" ad Albissola Marina presso il Circolo degli Artisti di Pozzo Garitta.

Le opere di Baruzzi e Marthyn in mostra ad Albissola Marina
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Sandra Baruzzi e Guglielmo Marthyn ambasciatori di ceramiche d’Arte castellamontesi con la mostra "riflessi" ad Albissola Marina presso il Circolo degli Artisti di Pozzo Garitta.

Sandra Baruzzi e Guglielmo Marthyn ambasciatori di ceramiche d’Arte castellamontesi con una mostra ad Albissola Marina presso il Circolo degli Artisti di Pozzo Garitta. Riflessi è la bipersonale di Sandra Baruzzi e Guglielmo Marthyn che si inaugura a Pozzo Garitta in Albissola Marina (SV) il 29 luglio. E’una mostra della terra con la terra e per la terra che consegna la memoria della storia passata, di un passato recente e di una visione futuribile. L’arte è il riflesso della nostra società, Baruzzi e Marthyn riflettono l’arte e l’arte riflette loro stessi, le loro emozioni, i loro pensieri. Approcci all’uomo ed alla cultura del mondo in racconti fiabeschi, visionari, ideali, fatti di attimi, di soggetti-oggetti, di scenari che fissano scelte, decisioni che hanno segnato la storia e la vita anche personale. L’appuntamento in terra ligure mette in mostra una ventina di opere che mostrano i mondi di forme e colori che raccolgono nelle zolle narranti riflessi di luce emozionale. Sandra Baruzzi presenta una serie di architetture estrapolate da diverse raccolte “geometrie urbane”, “architetture marine”, “animale abitare”. Architetture in “terre di mezzo” dove prende forma l’immagine di una vita ai margini, un luogo dove viene conservato un carattere randagio, un luogo dove si accumulano contenitori di energie, di luci, d’ ombre e di riflessi. Ed è in questo singolare doppio di estremo vuoto e assediante colmo che si incarna il teatro del contemporaneo. Incisioni orizzontali e verticali che tessono trame dove è incluso l’incontro con il vuoto. In realtà queste opere in ceramica non sono altro che dei “non luoghi”, dei territori immaginari che desiderano esprimere con l’energia delle loro geometrie cromatiche delle “terre di mezzo” dove s’avverte la percezione di un linguaggio caratterizzato da una condizione di perenne esilio e del suo contrario, la ricerca perenne di comunicazione. Guglielmo Marthyn realizza sculture in gres ceramico dal grande potere affabulatorio, dove una rigorosa ricerca dei materiali ceramici si sposa a uno stile onirico-fiabesco. Le sue opere sembrano ispirate ai protagonisti di una fiaba antica, un universo popolato di simboli, metafore e parabole che ci permettono di entrare in profondo contatto con il nostro mondo emotivo. Cavalieri, dame, draghi, alberi incantati abitati da animali, sono i tasselli di una grande narrazione corale e, allo stesso tempo, ogni personaggio ha la sua storia da raccontare e da tramandare. Marthyn ci presenta delle storie, storie che in fondo appartengono un poco a tutti noi, vicende narrate che contengano elementi reali della vita quotidiana e che portano risvolti onirici. Si incontra da un lato lo sguardo di meraviglia e di divertimento, dall’altro l’osservazione attenta di quello che ci circonda nella quotidianità. E’ una vena artistica che modera l’invenzione con la vita di tutti i giorni.  La mostra sarà visitabile da sabato 29 luglio a domenica 13 agosto 2017. Orario: da martedì a domenica dalle ore 18,00 alle 22,00

 

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