Pronti a partire i vincitori del concorso Intercultura
Sono circa 140 gli studenti del Piemonte con una borsa di studio (2 su 3). In corso anche la selezione delle famiglie italiane che da settembre accoglieranno gli studenti in arrivo da tutto il mondo
Pronti a partire i vincitori del concorso Intercultura
I dati della Regione
I ragazzi risultati vincitori del concorso di Intercultura in Piemonte sono circa 140, pronti per partire. Le destinazioni che accoglieranno il numero più consistente di adolescenti della Regione sono: Irlanda, Argentina, Canada, USA, Regno Unito, Germania, Sudafrica, Francia, Danimarca, Costarica,. Filippine, Brasile, Australia.
Due su tre tra i vincitori sono beneficiari di una borsa di studio a totale o parziale copertura dell’intera quota di partecipazione, anche grazie alla collaborazione con diversi partner esterni, alcuni dei quali hanno destinato il loro contributo proprio a studenti meritevoli del territorio. Tra questi: Fondazione CRT, Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Ergotech Srl, Fondazione Agnelli Fondazione Pesenti UniCredit Foundation.
Gli studenti del Piemonte all'estero quest'anno
Intanto, dalla scorsa estate ad oggi, si sono messi in viaggio in totale oltre 1.700 adolescenti con Intercultura in Europa, Nord America, America latina, Africa. Chi ha deciso di lasciare le sicurezze della propria casa per imbarcarsi in un’esperienza veramente sfidante afferma che la scelta di partire gli ha permesso di vivere una profonda esperienza educativa. Tra gli studenti partiti quest’anno dal Piemonte c’è Emma che sta trascorrendo un semestre in Thailandia e che ricorda così un suo giorno di scuola molto speciale: “Dopo il primo mese di soggiorno gli insegnanti della mia scuola, la Saraburi Witthayakhom School, mi hanno chiesto di tenere un discorso di presentazione in Thailandese dicendo il mio nome, il mio nome thailandese "ธัญชนก" che si legge come Thanchanok e significa "buona fortuna", il paese di provenienza, l'età. Ma la cosa più importante è il saluto: in Thailandia per portare rispetto ad un persona la si saluta dicendo "Sawasdee" con il giusto suffisso ("kha" per le donne e "khrap" per gli uomini) accompagnato dal wai, l'unione dei due palmi delle mani all'altezza del petto, e chinando il capo. Per fortuna non ero da sola infatti c'era con me una ragazza belga di nome Emma con cui ho condiviso l'emozione di parlare ai tremila studenti seduti davanti a noi. Dopo esserci presentate ci sono state consegnate dal direttore della scuola due piante che rappresentano la speranza, la felicità e la realizzazione dei propri sogni con l'augurio di continuare serenamente la nostra esperienza”.
Studiare all'estero
L’insicurezza nata in questo ultimo anno da difficoltà oggettive, la guerra, il rialzo del costo del denaro, gli strascichi della pandemia, hanno portato a un impoverimento generalizzato delle famiglie e spinto verso la chiusura all’interno della propria comfort zone. Raccogliere la sfida di oltrepassare i confini fisici e mentali, per vivere per un periodo in un altro Paese, entrando così con entrambi i piedi in una cultura nuova, sono gli ingredienti per raggiungere un arricchimento di sé stessi e della comunità in cui si vive. Si impara una lingua, si fanno nuove amicizie, si apprende un nuovo modo di studiare e di affrontare i problemi quotidiani. Questi i risultati tangibili più immediati che nascono dal vivere per un periodo all’estero da adolescenti.
Ma il vero arricchimento sta nello sviluppo della competenza interculturale, ovvero la capacità di comunicare in modo efficace con persone di altre culture in un mondo che ci vede sempre più inseriti in un contesto globalizzato e senza confini.
Un questionario distribuito da Intercultura agli studenti rientrati da un periodo all’estero mostra non solo un miglioramento linguistico (il 54% afferma di avere ora la capacità di parlare fluentemente nella lingua del Paese ospitante), ma anche lo sviluppo di competenze fondamentali come l’adattamento a situazioni nuove, pensiero critico, consapevolezza di sé, apertura mentale, la capacità di comprendere le differenze culturali, comunicazione efficace, empatia, consapevolezza delle questioni globali e la volontà di essere protagonisti attivi del cambiamento nella società. Insomma, dei veri cittadini globali consapevoli del proprio ruolo nella società.
Accogliere uno studente in famiglia
Per uno studente che parte, ce n’è uno che viene, anzi più di 400: anche loro teenager di 60 Paesi di tutto il mondo, che arriveranno in Italia a inizio settembre, con l'avvio del nuovo anno scolastico.
Entrare in contatto, vivere giorno per giorno con un adolescente di un’altra cultura è un'ottima occasione di arricchimento per la famiglia senza muoversi da casa. Ben 3 italiani su 10 si dicono disponibili a vivere un’esperienza interculturale internazionale, accogliendo nella propria casa uno studente straniero (fonte: indagine Ipsos su 997 italiani, promossa da Intercultura). Le motivazioni principali che spingerebbero una famiglia a ospitare sottendono un forte desiderio di apertura: per il 40% perché è un momento di confronto e scambio culturale, per il 16% per far vivere ai propri figli un’esperienza di scambio reciproco, per il 12% per migliorare la conoscenza di una lingua straniera, per l’11% perché l’esperienza di accoglienza potrebbe essere uno stimolo di crescita per i propri figli. Interessante la risposta del 15% degli intervistati che ravvisa la possibilità “patriottica” di far conoscere e diffondere la nostra cultura e tradizioni.
Guidate e assistite dai volontari di Intercultura, le famiglie hanno la possibilità di confrontarsi con stili di vita, mentalità e culture diverse regalandosi un viaggio di scoperta del diverso senza muoversi da casa. L‘esperienza di accogliere in famiglia un adolescente proveniente da un altro Paese favorisce il dialogo e l’incontro tra culture e può rappresentare un valido antidoto alla chiusura fisica e mentale che la pandemia prima e la crisi internazionale ora stanno imponendo, a più livelli, nelle nostre vite. Con Intercultura le famiglie hanno quindi la possibilità di partecipare a uno scambio culturale, un’esperienza che significa confrontarsi con stili di vita, mentalità e culture diverse. In queste settimane i volontari in tutta Italia stanno ricercando e selezionando le famiglie interessate ad accogliere un ragazzo o una ragazza di un altro Paese: a inizio settembre saranno 400 i giovani che giungeranno in Italia.
Le candidature possono essere inviate anche attraverso questa pagina del sito www.intercultura.it/famiglie o è possibile contattare direttamente i responsabili dei programmi di ospitalità di una delle 159 città dove sono presenti i volontari dell’Associazione: www.intercultura.it/centri-locali