San Giusto XXV aprile, festeggiamenti molto sentiti

Molti i presenti per ricordare il 73esimo della Liberazione.

San Giusto XXV aprile, festeggiamenti molto sentiti
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San Giusto XXV aprile già celebrato lo scorso weekend con la partecipazione dei ragazzi delle scuole.

San Giusto XXV aprileSan Giusto XXV aprile

Si sono aperti domenica scorsa i festeggiamenti  per la ricorrenza del XXV aprile a San Giusto. Nel ricordo del 73° anniversario della Liberazione e a 70 anni dalla Costituzione Italiana il corteo è partito dal comune al mattino alla presenza di autorità, associazioni e scolaresche scortate dalla banda fino alla chiesa parrocchiale, dove è stata celebrata la Santa Messa.

Nella domenica del Buon Pastore e nella Giornata delle Vocazioni, il parroco ha salutato i presenti: “Preghiamo oggi per i caduti – ha esordito don Marco Marchiando – che hanno perso la vita per la libertà; ed il Signore perché questa libertà si mantenga”.

L'intervento del sindaco Boggio

Dopo la benedizione della corona d’alloro, posta ai piedi dell’altare durante tutta la celebrazione, il corteo ha fatto un altro breve giro e si è ritrovato al monumento ai caduti, con l’alzabandiera durante l’Inno di Mameli. Quindi ha preso la parola il primo cittadino: “Oggi viviamo in una Repubblica dove quel sentimento di libertà è sempre nostra pietra d’angolo – ha esordito Giosi Boggio – in quest’Italia che dopo la dittatura si è sviluppata in democrazia, e che ha portato all’Unione Europea. Questa è una festa di tutti dove parole di libertà sono speranza, in particolare per i ragazzi. Una festa che ci dice che lottare per un mondo migliore è possibile per essere protagonisti del proprio futuro, ma sempre con le radici ben radicate nel ricordo di chi è caduto per quegli ideali ed ha portato a scrivere la Costituzione. Ricordiamo i nostri caduti sangiustesi e la staffetta partigiana Caterina Cerutti”. Al ricordare tutti i nomi, sono state poste 9 rose rosse accanto alle targhe del monumento ai caduti: “A tutti va la nostra gratitudine imperitura ed il ricordo – ha concluso il sindaco – nel passato a chi ha dato il sangue, ha lasciato i suoi cari, ha soccorso ed aiutato; ed ai caduti d’oggi come Alessandro Dotto che ha servito la Patria”.

Il racconto della visita ai campi di concentramento della dirigente scolastica

Ha poi fatto un breve discorso anche la dirigente scolastica, raccontando la recente esperienza vissuta nei campi di concentramento: “La memoria è fondamentale – ha detto Filomena Filippis – perché se si dimenticano gli errori del passato si possono ripetere. È un grave pericolo non pensare a ciò che facciamo, ai nostri piccoli gesti quotidiani: in quei piccoli gesti ci sono azioni di piccoli eroi dal preparare un pranzo ad ognuno dei nostri doveri. Oggi molte persone sono individualiste, pensando al proprio orticello: noi insegniamo viceversa a fare squadra, a non essere egoisti. Quando si entra nei campi di concentramento, dove hanno sofferto e sono morte milioni di persone, quelle targhe e quel fare silenzio fa pensare all’inferno che ci hanno passato. Per questo è un nostro dovere essere migliori e fare comunità”.

Bambini e ragazzi hanno letto brani e poesie a tema, e cantato “Bella Ciao”. Con l’aperipranzo conclusivo preparato dalla pasticceria “I due savoiardi” di Chivasso gestita da sangiustesi.

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