Straordinario ritrovamento nella casa canonica: la statua del Cristo Deriso
A scoprirla è stato il parroco don Antonio Marino: «Era dietro a una porta, ricoperta da un telo impolverato»
Straordinario ritrovamento nella casa canonica: la statua del Cristo Deriso
Straordinario ritrovamento nella casa canonica:
la statua del Cristo Deriso
In questo anno in cui come comunità cristiana che vive in Nole si celebra il duecentocinquantesimo anniversario della dedicazione dell’amata chiesa parrocchiale, avvenuta il 25 settembre 1771 per mano dell’arcivescovo Monsignor Francesco Luserna Rorengo di Rorà, viene riscoperto uno spazio sacro in disuso da alcuni decenni. Presso l’altare del transetto sinistro, dedicato alla deposizione dalla croce del Cristo morto, si trova nel muro una nicchia rettangolare in cui venne ricavato un confessionale ligneo riccamente intarsiato. L’ultimo prevosto che amministrò il sacramento della Penitenza utilizzando regolarmente questo confessionale fu, fino al 1971, il Teologo Gisolo don Domenico. Oggi la chiesa parrocchiale è dotata di spazi più adeguati ai tempi per il dialogo spirituale con il sacerdote e pertanto la nuova destinazione d’uso dell’antico confessionale gli restituisce dignità e soprattutto offre alla comunità nolese la possibilità di fruire finalmente di alcuni oggetti sacri prima custoditi in sacrestia. Si tratta anzitutto di ostensori, di epoche e fogge diverse, adibiti alla conservazione e venerazione delle reliquie dei Santi. Infine un fatto veramente casuale, ma provvidenziale, è avvenuto nella Parrocchia nel corso della prima ondata pandemica dell’anno 2020, quando tutte le attività pastorali erano sospese: il parroco don Antonio Marino stava riordinando alcuni spazi della casa canonica adibiti a magazzino quando, in mezzo ad altro materiale di poco conto, ha rinvenuto un’antica statua lignea policroma la cui iconografia è detta del “Cristo deriso”. Fin da subito ci si è resi conto della straordinarietà del ritrovamento per l’importanza del modellato e l’ottimo stato di conservazione. Il competente intervento di restauro, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Città Metropolitana di Torino, è stato curato del Laboratorio Rocca di Balangero. «Nella Domenica delle Palme, 28 marzo, e della Passione restituiamo al nostro territorio una grande opera d’arte scultorea del Cristo Deriso inedita, di cui si era persa totalmente traccia, che ci spinge ad entrare in compassione con l’Uomo dei dolori che celebriamo nella Settimana Santa, fonte e culmine di tutta la vita liturgica della Chiesa – ha detto il parroco don Antonio Marino durante l’omelia – Un ritrovamento del tutto casuale nella casa canonica. Quella statua era dietro ad una porta, coperta da un telo. Eì un’opera preziosa, unica nel suo genere, scolpita da un unico pezzo. Oggi la restituisco alla comunità che potrà ammirarla e riflettere guardando quel viso di Gesù patito, pensieroso ma sorridente, affidatosi completamente alle mani del Padre».