In arrivo un’altra stangata sulla Tari
L'ennesima manovra del governo finisce col favorire gli «evasori» della tassa

In arrivo un’altra stangata sulla Tari
L'aumento
Da alcune settimane un tema tiene sempre più banco presso i palazzi municipali e i Consigli comunali non solo di tutto il Canavese, ma di tutta Italia: l’entrata in vigore di un nuovo, controverso, aumento sulla tassa dei rifiuti (Tari). Controverso perché, se da un lato tale incremento - di 6 euro a bolletta, come stabilito con la delibera 133 dall’ARERA (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) - serve a finanziare il bonus sociale per i rifiuti 2025, che consiste in una riduzione del 25% della tariffa destinato a utenti domestici con un ISEE fino a 9.530 euro (20.000 euro per famiglie con almeno 4 figli), dall’altro il bonus viene di fatto pagato dalla cittadinanza con un rincaro sulla tassa.
Una lunga serie di rincari
Peraltro – fatto che ha particolarmente irritato utenti e e amministrazioni – non è la prima volta che ci si trova di fronte ad un simile meccanismo: nel 2024 si erano infatti già stati aggiunti 10 centesimi ad ogni bolletta per la «copertura dei costi di gestione dei rifiuti accidentalmente pescati», e si era poi operato un ulteriore aumento di 1,50 euro per la «copertura delle agevolazioni riconosciute per eventi eccezionali calamitosi». Ora, gli enti comunali sono chiamati a prendere atto anche della nuova «stangata», se così si può chiamare. Ognuno reagendo e gestendo il problema a modo suo, sebbene tutte le Amministrazioni si siano affrettate a chiarire dinanzi alla cittadinanza di avere sostanzialmente «le mani legate» e di stare solo recependo direttive giunte dall’alto.
Castellamonte
A Castellamonte, per fare un esempio, il sindaco Pasquale Mazza ha paragonato gli aumenti dalla Tari alle accise sulla benzina («Ogni anno si aggiunge un pezzo»), commentando in maniera molto critica l’ultimo rincaro dell’imposta: «Giusto che chi ha Isee basso o difficoltà economiche abbia diritto a degli sconti sulla Tari – aveva affermato durante l’ultimo Consiglio comunale – Il problema è che questa cifra viene prelevata dallo Stato anche contando quelli che non hanno pagato la tassa, il che non è proprio giusto. Inoltre, non è chiaro perché questo tipo di operazioni non possa essere fatto direttamente dallo Stato e si debba invece far fare “brutta figura” ai sindaci. E’ una vergogna».
Cuorgnè
A Cuorgnè, in attesa che Arera chiarisca le precise modalità di applicazione dell’aumento, si opta per la cautela: «In via prudenziale – ha spiegato il sindaco Giovanna Cresto –, per evitare di correre il rischio di dover calcolare un eventuale ricalcolo degli importi, quest'anno invieremo ai cittadini i bollettini per le prime due rate e faremo, successivamente, un secondo invio con le ultime due rate con i valori definitivi». Duplicazione delle spedizioni che ovviamente implica anche un raddoppio dei costi: «Se l'anno scorso abbiamo speso 5 mila euro, quest'anno abbiamo messo in conto 10 mila!», ha specificato Cresto.
Ivrea
Anche a Ivrea la nuova manovra governativa per i conteggi Tari non migliora la situazione. Anzi. Nella città «delle rosse torri» i «bonus», definiti in base alle fasce di reddito, erano peraltro già previsti dal Municipio e concessi annualmente fino ad una riduzione del 45%. Con le nuove regole il sistema finisce per diventare peggiorativo rispetto al precedente: basti dire che i nuovi sgravi saranno concessi principalmente per famiglie numerose, con 4 figli a carico, a basso reddito (e cioè un numero irrisorio di utenze). A ciò si aggiunge poi l’obbligo per i Comuni di anticipare la somma, circa 6 euro per abitante, alle casse dello Stato. «Nell’applicare le nuove disposizioni - spiega l’assessore al Bilancio, Fabrizio Dulla (nella foto) - il bonus del 45% diventa ora la sommatoria tra il 25% previsto dallo Stato più il 20% dal Comune; per il bonus definito a favore delle famiglie numerose invece si può scegliere tra quello governativo del 25%, concesso però solo nel caso in cui ci siano 4 figli, o quello comunale del 15% per nuclei famigliari formati da 4 componenti». Il prelievo forzato di 6 euro per abitante resta un «salasso» tanto per gli enti locali quanto per gli utenti senza risolvere il problema dei cosiddetti «evasori» dei rifiuti: a Ivrea le bollette non pagate rappresentano circa il 15%.