Confindustria, le previsioni delle imprese piemontesi
In più settori si registrano margini di crescita
Confindustria, le previsioni delle imprese piemontesi
Confindustria
Da Confindustria Canavese, le previsioni delle imprese piemontesi. L’indagine congiunturale, realizzata a marzo da Unione Industriali Torino e Confindustria Piemonte, raccoglie le valutazioni di quasi 1.100 imprese manifatturiere e dei servizi. A dicembre il clima era di attesa, improntato alla cautela piuttosto che al pessimismo. A marzo, gli indicatori registrano un sensibile miglioramento del clima di fiducia, spiegato in particolare dall’inversione di tendenza del comparto manifatturiero. Per quanto riguarda ordini e produzione, il saldo tra previsioni di aumento e riduzione migliora di circa 17 punti percentuali rispetto a dicembre, attestandosi su valori tipici delle fasi di espansione. Stabile su livelli elevati il tasso di utilizzo degli impianti, che nel manifatturiero sfiora l’80%. Si rafforzano in misura considerevole le previsioni occupazionali. Nella manifattura la percentuale di utilizzo della CIG scende al 7,8%, vicino ai minimi storici; nei servizi il ricorso agli ammortizzatori sociali è del tutto trascurabile (2,0%). Gli investimenti si mantengono intorno al 30% delle aziende. Un quarto delle imprese ha un portafoglio ordini di oltre 6 mesi, in aumento rispetto ai mesi scorsi. Restano buone le condizioni di pagamento (ritardi negli incassi e tempi medi di pagamento). Sembra interrompersi il trend negativo della redditività; si attenuano le tensioni sui prezzi delle materie prime.
I settori
I comparti manifatturieri che esprimono le valutazioni più favorevoli sul prossimo trimestre sono industrie varie (gioielleria,
ecc.), chimica, edilizia e impiantisti, automotive, industria elettrica, prodotti in metallo, macchinari e apparecchi. Per quanto riguarda il comparto dei servizi si mantengono ben al di sopra del punto di equilibrio. Resta ampia la forbice dimensionale, tra imprese con oltre 50 addetti da un lato e imprese al di sotto dei 50 addetti dall’altro. Il saldo crescita-riduzione riferito ai livelli produttivi è rispettivamente di 21% e 13%.
Il commento
Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte dichiara: «La resilienza dimostrata dall'industria della nostra regione negli ultimi 18 mesi, quando i margini sono stati erosi dall’aumento del costo delle materie prime e dell’energia, sta dando i suoi frutti. Le imprese piemontesi hanno saputo rimanere competitive, all’interno delle filiere produttive e di fornitura, dove da sempre rappresentano un’eccellenza. Nei prossimi mesi il nostro tessuto imprenditoriale è però chiamato a raccogliere nuove sfide ed opportunità, penso alle infrastrutture materiali e immateriali, ma anche al pieno utilizzo delle risorse del Pnrr e dei fondi strutturali europei. A fare la differenza sarà la capacità di concretizzare il partenariato pubblico-privato. Dare insomma concretezza alle sinergie che possono consolidare lo sviluppo e la gestione delle
transizioni tecnologica e ambientale».
I dati
Per il secondo trimestre del 2023, le attese sulla produzione delle oltre 1.100 imprese piemontesi migliorano sensibilmente rispetto a quelle del primo trimestre: il 25,4% delle aziende prevede un aumento dei livelli di attività, contro il 9,8% che si attende una diminuzione. Il saldo ottimisti-pessimisti è pari a +15,6% (era +4,0% a dicembre). Il 21,1% delle rispondenti prevede un aumento dell’occupazione, contro il 4,5% che ne prevede la riduzione, e un saldo ottimisti-pessimisti pari a +16,6% (era 9,9% la scorsa rilevazione). Trend positivo anche per gli ordinativi, con un saldo del +14,9% e un aumento di 13,5 punti percentuali rispetto alla scorsa rilevazione. Tornano a crescere le aspettative sull’export, con un saldo ottimisti-pessimisti pari a +3,0%, probabilmente grazie al rallentamento dei costi delle materie prime energetiche e di conseguenza della logistica. Buono il livello degli investimenti, che interessano oggi il 28,4% delle rispondenti (era il 27,0% a dicembre). Cala ulteriormente il ricorso alla cassa integrazione, che interessa ora il 6,1% delle imprese. Stabile il tasso di utilizzo di impianti e risorse, tornato sui valori medi di lungo periodo (80%). Resta ampia la forbice tra le imprese medio-grandi (oltre 50 dipendenti), più ottimiste sui livelli produttivi (saldo +21,4%) e le più piccole (sotto i 50 addetti), che registrano un saldo di 8 punti inferiore (+13,2%). Si assestano gli aumenti dei prezzi, rispetto al 2022: il 31,9% delle aziende del campione prevede aumenti nei prezzi delle commodity nei prossimi tre mesi.
Territori
A livello territoriale, si osserva un miglioramento superiore alla media regionale per Canavese, Torino, Asti e Novara, con saldi sulle previsioni di produzione rispettivamente del +30,2%; +22,8%; +18,9% e +18,3%. Seguono Cuneo, Verbania, Biella e Alessandria con salti del +13,6%, +12,5%, +12,2% e 11,5%. Unica provincia con segno negativo è Vercelli, che registra un -1,1%, comunque in miglioramento rispetto al -9,6% della scorsa rilevazione.