Continua la polemica sugli acquisti su Amazon per i Comuni, Asmel attacca: "Con i monopoli non si risparmia"
«Con le famose maxi gare Consip impone, ad esempio, l’acquisto di un personal computer ad un costo del 37% in più rispetto al modello Amazon, di caratteristiche financo superiori».
Continua la polemica sugli acquisti su Amazon per i Comuni, Asmel, Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali, attacca: «Ci sono ampi spazi per risparmi, ai quali si accede con la concorrenza, non certo con i monopoli».
Continua la polemica sugli acquisti su Amazon per i Comuni
Nei giorni scorsi il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli (Fratelli d’Italia) aveva presentato un'interpellanza urgente al ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta dopo che il Comune di Borgofranco, primo in Italia, si era avvalso della possibilità di acquistare su Amazon. «Non solo nel commercio privato, adesso Amazon sbarca nella Paese della Cuccagna, la burocrazia italiana, approdando anche nella pubblica amministrazione». E ancora «Troviamo sorprendente che si consenta ad Amazon, già beneficiata fiscalmente, sfruttatrice seriale di lavoratori precari, la possibilità di incrementare ulteriormente profitti miliardari registrati con la concorrenza sleale, infiltrandosi anche negli uffici pubblici».
Asmel: "Con i monopoli non si risparmia"
L’accordo tra Amazon e Asmel consente ai 3.500 Comuni soci acquisti sul noto sito di e-commerce, mettendo in discussione il ruolo di monopolista nazionale degli acquisti pubblici in capo a Consip. La quale ribatte che ammonta a 14,9 miliardi – pari quasi all’1% del PIL – il valore degli acquisti pubblici effettuati nel 2020 sul proprio portale. «Con questi numeri - sostiene Francesco Pinto, Segretario generale Asmel - basta un 30% di sconto e lo Stato risparmia d’un colpo 4,5 miliardi, lo 0,3% del PIL. » Ci sono dunque ampi spazi per risparmi, ai quali si accede con la concorrenza, non certo con i monopoli».
Il ruolo di Asmel e la concorrenza
Asmel si è registrata come capofila degli associati, ponendosi come garante tra due mondi che sembravano destinati a non parlarsi. Da una parte, gli Enti sono soggetti a svariati vincoli che li obbligano ad approvvigionarsi solo su Consip e su altri portali pubblici regionali, dall’altra, Amazon spedisce la merce solo dietro pagamento anticipato e non fattura con la formula dell’IVA scorporata, imposta agli Enti pubblici. In base all’accordo, Asmel fornisce ai Soci apposite credenziali, con le quali, una volta verificata la convenienza, sono abilitati ad effettuare ordini senza pagamento anticipato, grazie alla linea di credito accordata all’associazione. Gli Enti ricevono in 24 ore la merce e, in caso di accettazione, Asmel provvede al pagamento, per poi fatturare ai Soci con le regole pubblicistiche. Sbarca così nel mondo pubblico, il noto sito di vendita online, con oltre un milione di venditori di tutto il mondo, posti in competizione continua tra loro e con la stessa Amazon. Tra essi, si contano 14.000 pmi italiane che vi fatturano il 50% delle vendite online.
Vincoli rispettati
«Sono occorsi mesi – dice Giovanni Caggiano, Presidente Asmel – per realizzare una procedura d’acquisto su Amazon rispettosa dei tantissimi vincoli imposti dalle regole Consip. Termine che ricorre ben 435 volte in Gazzetta Ufficiale, nell’ambito di 115 provvedimenti che ne puntellano il ruolo di monopolista nazionale degli acquisti pubblici. Tra i tanti, spicca l’obbligo di inviare gli atti alla Corte dei Conti, in caso di acquisti fuori Consip, anche quando è evidente il vantaggio. Abbiamo previsto perciò il limite di 5.000 euro, al di sotto del quale non scatta l’obbligo».
«La differenza tra le regole Amazon e quelle Consip - incalza Pinto - è sbalorditiva, in forza del pragmatismo anglosassone che punta ai risultati ed è mille miglia lontano dalle pastoie del bigottismo normativo che tanto frena lo sviluppo del nostro Paese. Da una parte, venditori accreditati solo in funzione del successo conseguito con i clienti. Dall’altra, imprese accreditate e messe in competizione sulla base delle mille regole del Codice dei contratti. Cui si sommano le centinaia pro Consip, con risultati sotto gli occhi di tutti, che hanno prodotto, nell’emergenza, il commissariamento di fatto da parte di Invitalia, a sua volta, commissariata dal Generale Figliuolo. La pandemia, con il flop di apparati centrali, regionali e metropolitani insegna che la politica deve dettare le regole, non il contrario».