tegola sulla testa dei lavoratori

Nessuna proroga alla cassa integrazione per i lavoratori ex-Embraco: fra una settimana tutti a casa

Il decreto Sostegni bis non garantisce la copertura della cig straordinaria e quindi non ci sarebbero le condizioni per richiedere l’autorizzazione dei sei mesi di proroga.

Nessuna proroga alla cassa integrazione per i lavoratori ex-Embraco: fra una settimana tutti a casa
Pubblicato:

Nulla di fatto sulla proroga della cassa integrazione per i 390 lavoratori ex Embraco. Chiorino: "Inaccettabile".

Ex-Embraco, salta la proroga della cassa integrazione

L'esito della riunione al Ministero del Lavoro per discutere della proroga della cassa Embraco si conclude con un nulla di fatto.

"Un inaccettabile nulla di fatto - ha dichiarato l'assessore al lavoro Elena Chiorino - Registro una mancanza di volontà politica del Mise e del Ministero del lavoro nel voler risolvere la situazione dei lavoratori ex Embraco. Ora per dimostrare che c'è un'attenzione e una volontà nel trovare una soluzione, i ministri Orlando e Giorgetti hanno 8 giorni di tempo".

Come riportano i colleghi di Prima Torino, un conto alla rovescia drammatico quello dei 391 lavoratori della ex Embraco di Riva di Chieri fino al 22 luglio, giorno in cui scadrà la cassa integrazione. Tra sette giorni quindi, se non si troverà una soluzione, scatterà il licenziamento collettivo e si ritroveranno tutti senza un lavoro.

L'incontro odierno

Dall’incontro che si è svolto ieri in videoconferenza tra le varie organizzazioni sindacali, la curatela fallimentare Ventures e i ministeri dello Sviluppo economico e del Lavoro non sono, infatti, arrivate le soluzioni auspicate. Per la curatela, infatti, il decreto Sostegni bis non garantisce la copertura della cig straordinaria e quindi non ci sarebbero le condizioni per richiedere l’autorizzazione dei sei mesi di proroga, come richiesto dai lavoratori in attesa che si trovi una soluzione per il rilancio dello stabilimento di Riva di Chieri.

Il progetto Italcomp

In soli otto giorni si deve dunque trovare una soluzione provvisoria che dia ossigeno per altri sei mesi. Dopo bisognerà capire se esiste veramente un piano industriale serio oppure no. E pensare che soli dieci mesi fa, a settembre 2020, veniva annunciato il progetto Italcomp, che sarebbe dovuto diventare il polo europeo dei compressori. Un'altra promessa disattesa.

Seguici sui nostri canali