Un altro pezzo di storia di Pont Canavese se ne va: chiude l’oreficeria Faletti

L'ex consigliere Massimo Motto: "Mi è impossibile essere indifferente dinnanzi all'ennesimo tassello che perdiamo".

Un altro pezzo di storia di Pont Canavese se ne va: chiude l’oreficeria Faletti
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La crisi economica continua a incombere sull'Italia e il 2019 si preannuncia, dicono i tecnici, molto difficile. A Pont chiude l’oreficeria Faletti.

Crisi economica

Il 2019 si preannuncia un altro anno non semplice per l’economia nazionale e, di riflesso, per quella locale. Venti di crisi, che fanno guardare ai prossimi mesi con ansia ed un po’ di apprensione. Pure il territorio delle valli del Canavese rischia di subire contraccolpi in tal senso (nuovamente...), anche se la speranza è che queste «nubi nere» possano passare velocemente.

Chiude l’oreficeria Faletti

Intanto, però, continua a levarsi alto il «grido di allarme» di alcuni cittadini, che vedono sempre più storiche attività chiudere i battenti. A Pont, per esempio, a tirare giù le serrande è stata l’oreficeria Faletti, la cui sede era nella centralissima piazza Caveri.

Il saluto di Massimo Motto

Massimo Motto, già consigliere comunale pontese, ha voluto salutare così i titolari, ricordando un pezzo di storia della cittadina. «Pont saluta anche la storica attività di Mario. Non è mia intenzione scrivere i “necrologi commerciali” del nostro paese, ma mi è impossibile essere indifferente dinnanzi all'ennesimo tassello che perdiamo. Un’attività storica, prestigiosa ed utile a tutti, della quale, dovremmo farne, per forza, a meno. Dall’orologio, alla riparazione, al monile, alla costante cortesia e disponibilità… “adios Faletti”. Anche a te, Mario, grazie da parte di tutti e soprattutto buona vita e tanta salute. Noi? Noi stiamo a guardare imperterriti ed impotenti, la montagna di calcinacci caduti a terra, seppur conditi spesso da qualche spruzzata di "polveri di stelle luccicanti" . A volte artistiche, spesso fantasiose, a volte rosa, a volte sorridenti ma “mai” che colmano la povertà in cui siamo sprofondati. Pessimista? No, realista. Dai su… non ci resta che guardare oltre ed imparare a vivere il domani che ci è stato offerto, magari dicendo anche “grazie, bravi e va tutto bene. Un grazie, invece, dobbiamo dirlo a tutte le attività che resistono, nonostante tutto. Ri-buona vita, Mario».

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