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Tra dazi e guerre il Canavese prevede un calo della produzione industriale

L’indagine congiunturale di Confindustria Canavese non disegna scenari positivi per il futuro

Tra dazi e guerre il Canavese prevede un calo della produzione industriale
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Tra dazi e guerre il Canavese prevede un calo della produzione industriale. L’indagine congiunturale di Confindustria Canavese non disegna scenari positivi per il futuro

Il Canavese prevede un calo della produzione industriale

C’è un noto detto che recita all’incirca: «Il battito d’ali di un farfalla in Amazzonia provoca un tornado dall’altra parte del mondo». Il nucleo di verità contenuto in questo aforisma appare evidente non appena ci si confronta con gli effetti della globalizzazione sulle economie locali e si prende atto dell’ormai irriducibile interdipendenza tra fenomeni geograficamente anche molto distanti tra loro. Così capita che il clima di crescente incertezza internazionale e geopolitica sia in grado di influenzare negativamente anche le attese degli imprenditori piemontesi e canavesani: è quanto emerge dall’indagine congiunturale sul trimestre luglio-settembre 2025 diffusa nei giorni scorsi da Confindustra Canavese (quasi in contemporanea all’analoga analisi pubblicata da Confindustria Piemonte), che si basa sulle risposte raccolte tra gli associati canavesani dell’organizzazione.

Pessimismo

Oltre ai temi di insicurezza globale, ad incidere sulle previsioni a breve termine degli industriali del territorio è senz’altro anche il fisiologico rallentamento del periodo estivo legato a ferie e chiusure aziendali; fatto sta che il quadro che l’indagine presenta non è certo dei più rosei, ed anzi registra umori ancora più pessimistici rispetto a tre mesi fa, quando già a dominare non era propriamente l’ottimismo.

Fra Canavese e Piemonte

Ancora una volta, i dati canavesani risultano lievemente inferiori rispetto alla media del Piemonte (che comunque riflette grande prudenza tra le aziende della Regione) per quanto riguarda il prossimo trimestre, mentre appaiono leggermente migliori circa l’ultima parte dell’anno. Le aspettative degli imprenditori canavesani sono in calo rispetto a tutti i parametri considerati, soprattutto - ovviamente - se si guarda al comparto industriale manifatturiero, che rappresenta tradizionalmente la spina dorsale del territorio. Il discorso cambia se si prendono in analisi le imprese di servizi, dove le previsioni sono sostanzialmente stabili e addirittura in crescita per quanto riguarda redditività ed occupazione.

I dati

Ma restiamo sul mondo industriale, ed entriamo nel dettaglio. Innanzitutto, una precisazione importante: i dati principali ricavati dall’indagine congiunturale sono relativi al saldo ottimisti-pessimisti (di qui in avanti “SOP”) che non rappresenta una variazione in aumento o in diminuzione ma la differenza tra imprenditori che hanno dichiarato “Aumento” nei prossimi tre mesi e quelli che hanno previsto “Diminuzione” e costituisce quindi un indice sintetico delle aspettative. Le imprese che prevedono incremento sono inferiori rispetto a quelle che si aspettano un calo in riferimento alla produzione, (con un SOP - di -12,8) e agli ordini totali (ugualmente con SOP -12,8); negativi anche i dati della redditività (SOP -6,9) e, chiaramente, dell’export (SOP -6,1). Quasi in equilibrio le aspettative sull’occupazione (SOP di -2.6) mentre la previsione di ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni arriva al 16% delle imprese, crescendo rispetto al trimestre precedente ma in linea con quelli ancora prima. Il livello dei prezzi industriali è in crescita per il 32,9% delle imprese per le materie prime e per il 33,8% per la logistica e i trasporti, mentre è costante per il 57,5% per l’energia; si evidenzia anche un ritardo degli incassi, in lieve diminuzione, relativo al 26,3% degli intervistati.
Non mancano, in ogni caso, anche alcune timide note positive. Per quanto riguarda gli investimenti per i prossimi dodici mesi in Canavese, si evidenzia un miglioramento rispetto al trimestre precedente: il 24,0% delle mprese ne ha in programma di “significativi” e il 46,7% ne prevede di “marginali”. Infine, si rileva una lieve limatura del grado di utilizzazione degli Impianti e delle risorse aziendali, pari in media al 76%.

Paolo Conta, presidente Confindustria Canavese

«I risultati di questa ultima indagine confermano il 2025 come un anno piuttosto difficile per l’economia del territorio - è il commento di Paolo Conta, presidente di Confindustria Canavese -. Non si può nascondere che le imprese stiano attraversando una delicata fase di transizione, con un clima di incertezza che non è uniforme per tutti i settori registrando anche valori positivi, soprattutto per le imprese dei servizi. Un’eventuale ripresa o il perdurare delle difficoltà dipenderà soprattutto dall’evolversi delle varie turbolenze internazionali nei prossimi mesi e dalla capacità che le nostre aziende sapranno esprimere, come fatto sino a ora, per dare impulso a una evoluzione tecnologica, attraverso investimenti, e di apertura verso nuovi mercati. Confindustria Canavese lavora continuamente a fianco delle imprese per supportarle e sostenerle in questa fase delicata».