Umanesimo Tecnologico, le interviste all’Assemblea annuale di Confindustria culmine dei festeggiamenti per gli 80 anni dalla sua fondazione.
Umanesimo Tecnologico

L’Umanesimo Tecnologico è stato il tema al centro del dibattito Ivrea dell’assemblea annuale di Confindustria lo scorso lunedì, 27 ottobre, alle Officine H di Ivrea, culmine dei festeggiamenti per gli 80 anni dalla fondazione. L’evento è stato scandito dagli interventi del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio; della consigliera delegata della Città Metropolitana di Torino, Sonia Cambursano; del sindaco di Ivrea, Matteo Chiantore, e del numero uno di Confindustria Canavese, Paolo Conta.
Ivrea e il Canavese come luogo di reinterpretazione moderna del pensiero olivettiano
Secondo il presidente di Confindustria, Paolo Conta: «Ivrea e il Canavese possono diventare un laboratorio di innovazione, cultura d’impresa e responsabilità sociale, un modello aperto, dinamico, moderno, capace di far convergere domini di competenza tra loro apparentemente lontani (tecnologia, sociologia, giurisprudenza, filosofia ed etica) generando opportunità di sviluppo industriale in tre campi principali: sicurezza sul lavoro, silver economy, sport e benessere, perfetta espressione di Umanesimo Tecnologico».
Ivrea è stata per decenni la capitale mondiale dell’innovazione
«Oggi come 80 anni fa stanno ritornando alcuni temi – come la ferrovia dove è in corso l’elettrificazione tra Ivrea e Aosta, oppure l’ospedale per il quale si attende la progettazione di quello nuovo – e anche all’innovazione: Ivrea è stata per decenni la capitale mondiale dell’innovazione ed oggi si interroga su quale sarà il futuro – il commento del sindaco Matteo Chiantore – Anche sotto questo punto di vista stiamo attivando molte connessioni, che devono essere la base per il futuro delle collaborazioni tra gli enti, i privati, gli imprenditori e la collettività, a cominciare dall’ambito tecnologico».
Un territorio capace di rinnovarsi attraverso tradizione e resilienza
«80 anni di Confindustria Canavese sono un traguardo importante, affonda le sue radici sicuramente nella tradizione olivettiana – è stato il commento di Sonia Cambursano, delegata della Città Metropolitana di Torino – Ma anche una realtà che ha saputo innovarsi. Gli imprenditori canavesani fin dai tempi antichi hanno saputo praticare una sorta di “ginnastica della resilienza”, prima ancora che questa parola entrasse nel vocabolario di tutti e tutte noi con il Covid. Perché hanno saputo resistere e ancorarsi a forze potenti che sono la tradizione e l’innovazione».