Una ricetta contro il caro bollette

Una ricetta contro il caro bollette
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Una ricetta contro il caro bollette è quella che ha attirato l’attenzione del post su una pagina Facebook dedicata alle comunicazioni tra castellamontesi...

Una ricetta contro il caro bollette

«Cari clienti di “Ca’ dal Ghe’”... visti i tempi delicati, causa aumenti spropositati dell’energia, il martedì sera e il mercoledì apriremo solo su prenotazione che dovrà giungere entro il giorno precedente... Con la certezza della vostra comprensione ringrazio anticipatamente, cercando di servirvi sempre al meglio». La locanda «Ca’ dal Ghe’», impresa familiare di Castellamonte, è solo una delle tante attività costrette a trovare soluzioni di fortuna per evitare di essere travolte dalla crisi in corso.

La testimonianza

E spesso non è sufficiente: «Vedo molti esercizi che chiudono, attività “di mestiere” come panetterie» riferisce la proprietaria Monica Gai, che gestisce la locanda castellamontese insieme ai suoi due figli. Abbiamo avuto modo di conversare con lei su questi temi, per raccogliere una testimonianza “dall’interno” sulle condizioni di commercianti e ristoratori del territorio. «Parlando dell’energia elettrica, noi siamo passati da una media di 650 euro a 1800 euro a bimestre (oggi siamo al quarto bimestre, e questo senza aumentare i kiloWatt aggiungendo attrezzature» - afferma la ristoratrice - «L’unica alternativa che ci propone lo Stato è di rateizzare, il che significa semplicemente spostare il problema più avanti, perché le rateizzazioni si accumulano e la criticità rimane. Noi abbiamo cercato sempre di tenere aperto tutti i giorni della settimana per poter dare un servizio al cliente; a oggi, arrivando il periodo invernale, per noi diventa praticamente impossibile proseguire su quella linea, dovendo accendere anche il riscaldamento non siamo più nella condizione di poterlo fare».

Per non pesare sul cliente

Quali, allora, le soluzioni praticabili? «Anche se tutti i costi sono aumentati moltissimo, anche quelli degli alimenti, non possiamo certo scaricare la spesa sul cliente: un menù in media di 28-30 euro non può arrivare a costarne 40-42 nell’arco di quindici giorni, è semplicemente impensabile. Ci troviamo insomma “in balia delle onde”» . Impossibile fare previsioni, spiega ancora Monica: «Sotto le feste naturalmente si lavorerà di più, il problema grosso arriverà da febbraio-marzo. Poi “chi la dura la vince”»
Gabriele Amante

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