Food delivery: piatti gustosi direttamente a casa
Il DPCM del 4 novembre garantisce l'asporto di cibo fino alle 22 e la consegna a domicilio senza limiti.
Food delivery, piatti gustosi direttamente a casa: si fa sempre più largo l’uso del food delivery. Saranno gli obblighi di legge imposti dalla pandemia, saranno i nostri gusti che vanno cambiando, sarà forse la voglia di recuperare anche un po’ di intimità… Certo è che stiamo prendendo delle abitudini che, probabilmente, resteranno in buona parte anche dopo la fine dell’emergenza.
Food delivery, piatti gustosi direttamente a casa
Tra queste c’è sicuramente una maggiore disponibilità a lavorare da casa e la pratica (che qualcuno teme possa diventare dipendenza…) ad acquistare e ordinare online. Ma, nonostante noi italiani siamo abituati a mangiare fuori, a fare l’aperitivo con gli amici e la colazione al bar, è diventata sempre più diffusa la consuetudine del food delivery, la consegna dei pasti a domicilio. Infatti, se durante il primo lockdown, almeno all’inizio, aveva prevalso il cosiddetto “home cooking”, nel senso che più o meno tutti ci siamo dilettati in cucina imitando i grandi chef (magari riuscendo meglio nella pizza che in un risotto…), poi è tornata la voglia di pizza, hamburger, sushi e magari di un piatto ben cucinato da qualche professionista.
Ormai è un’abitudine acquisita
Così i ristoranti, compresi quelli dei grandi chef, si sono pian piano adeguati e hanno organizzato la consegna a domicilio. E, attenzione: è un fenomeno che non riguarda solo pranzo e cene, se è vero, come risulta dagli ordini sulla piattaforma di un leader dell’online food delivery, che negli ultimi dodici mesi la richiesta di una buona colazione a domicilio ha avuto un incremento, la domenica, addirittura del 70%, al punto che diverse catene, a cominciare da Starbucks Italia, hanno subito approntato questo genere di servizio.
E che stia diventando sempre più una consuetudine l’ha certificato anche l’Istat che ha aggiornato il paniere per l’inflazione 2020: infatti, tre le nuove abitudini di spesa delle famiglie ha inserito le auto elettriche ed ibride, i monopattini elettrici, ma anche il sushi take away e la consegna di pasti a domicilio. Altri dati lo certificano: ad esempio, la consegna a domicilio è un vero e proprio trend sui social, dove genera quasi il doppio delle conversazioni rispetto a quelle che riguardano gli acquisti online, mentre l’hashtag #consegnaadomicilio è stato addirittura tra i più menzionati nella word cloud (insieme a #andratuttobene e #celafaremo) durante il primo lockdown.
E proprio sui social ci sono state diverse amministrazioni locali che si sono attivate per supportare le attività commerciali e agevolare la vita dei cittadini, promuovendo o condividendo le liste degli esercizi che offrono il servizio di consegna a domicilio.
Evoluzione del servizio anche grazie alla tecnologia
C’è poi da dire che la pandemia ha accelerato anche il processo di digitalizzazione di molte attività, e tra questi proprio i ristoranti, che hanno potuto così offrire un servizio rapido, efficiente e user-friendly.
Le prime a decollare sono state quelle aziende che già operavano in e-commerce o avevano un servizio di prenotazione online. Tanto per fare due nomi che tutti conoscono e di cui si hanno dati di traffico, Glovo e Deliveroo hanno avuto una crescita rispettivamente del 100% e del 50%.
Comunque, il food delivery era del resto un settore già in crescita, in particolare nei centri urbani. L’emergenza, però, ne ha accelerato l’evoluzione. E con la sua anche quella di altri settori ad essa legata: si pensi, ad esempio, al packaging specifico.
Insomma, la consegna a domicilio sta diventando un servizio indispensabile per molti italiani e una soluzione per i ristoratori, negozi di prossimità ed esercizi commerciali costretti a chiudere al pubblico.