Autonomia differenziata si infiamma il dibattito politico a Ivrea
Giovedì 19 settembre nella sede della Lega (il Dl porta la firma di Calderoli) si è tenuto un confronto tra i militanti sul tema. E lunedì, 23 settembre, se ne parlerà anche in Consiglio comunale.
Autonomia differenziata si infiamma il dibattito politico a Ivrea.
Autonomia differenziata
A Ivrea si infiamma il dibattito politico sull'autonomia differenziata: giovedì 19 settembre nella sede della Lega (il Dl porta la firma di Calderoli) si è tenuto un confronto tra i militanti sul tema. E lunedì, 23 settembre, se ne parlerà anche in Consiglio comunale.
L'intervento dell'onorevole Giglio Vigna
«La legge Calderoli sull'Autonomia Differenziata non è solo un passo avanti nel processo di decentralizzazione amministrativa in Italia, rappresenta anche una svolta decisiva per il futuro delle Regioni e per la struttura del nostro Paese». Così l’onorevole eporediese Alessandro Giglio Vigna (Lega). «Frutto di un percorso lungo e tortuoso, approvata dai due rami del Parlamento e sancita dal Presidente della Repubblica, questa legge è molto più di un atto legislativo: è una possibilità concreta per le Regioni di esprimere pienamente il proprio potenziale, di liberarsi dai vincoli burocratici che da troppo tempo ne soffocano la crescita, e di rispondere meglio ai bisogni dei cittadini. Il Piemonte, così come altre Regioni, ha ora l'occasione irripetibile di sfruttare questa opportunità per costruire un futuro più prospero ed efficiente, dove le decisioni vengono prese vicino a chi vive quotidianamente le sfide del territorio. Bloccare questa legge significherebbe frenare lo sviluppo della nostra società, privando i piemontesi – e non solo – di servizi pubblici più snelli, di un'economia più competitiva, e di un'amministrazione più vicina e reattiva ai loro bisogni. La posta in gioco non è solo un tecnicismo amministrativo: si tratta del benessere, della qualità della vita e del futuro di milioni di persone. Il dibattito sull'autonomia differenziata è segnato da una profonda frattura. Da un lato, ci sono coloro che, legittimamente, scelgono di non sfruttare subito questa opportunità; dall’altro, c’è chi cerca di bloccarla del tutto. Questo ostruzionismo non solo è controproducente, ma danneggia gli stessi enti locali che vedono nell’autonomia un’occasione per innovare e migliorare la gestione pubblica. In un Paese dove spesso le inefficienze amministrative bloccano la crescita e la modernizzazione, impedire l'attuazione della legge Calderoli significa perpetuare un sistema che penalizza chi vuole cambiare e innovare. Non si può dimenticare che la legge sull'autonomia differenziata ha radici profonde nella nostra Costituzione: il Titolo V, riformato nel 2001 sotto un governo di centrosinistra, già prevedeva maggiori poteri per le Regioni. La legge Calderoli non fa altro che dare forma e sostanza a un principio costituzionale rimasto per troppo tempo in sospeso, tracciando un percorso chiaro e definito tra Stato e Regioni».
Il dibattito in Consiglio comunale
La polemica nasce da un banchetto della Cgil per raccogliere firme contro la legge sull’autonomia differenziata, allestito in occasione della riapertura del castello del Conte Verde lo scorso luglio. «Il castello riapre contro l’autonomia differenziata». Così il gruppo di opposizione del centro-destra, guidato da Andrea Cantoni (FdI), ha tacciato l’iniziativa, chiedendo lumi all’esecutivo del sindaco Matteo Chiantore (Pd), a cominciare dalle autorizzazioni rilasciate. «Il 20 luglio scorso è stato riaperto al pubblico il castello del Conte Verde, simbolo per eccellenza della nostra città, per troppo tempo non visitabile - scrivono Cantoni e Gabriele Garino in un’interpellanza da discutere nel prossimo Consiglio comunale - Nella stessa giornata, in piazza Castello pedonalizzata per la cerimonia di inaugurazione, la Cgil, con apposito banchetto ben fornito di bandiere, ha effettuato la raccolta firme per l’indizione del referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata». Catoni e Garino sottolineano: «La maggioranza che amministra Ivrea si è schierata a favore di tale raccolta firme, coinvolgendo anche numerosi consiglieri comunali quali autenticatori». Secondo il centro-destra non è solo una questione di opportunità politica: «In occasione di eventi ufficiali cittadini non dovrebbe essere consentita la propaganda elettorale, motivo per cui, ordinariamente, non vengono concesse le autorizzazioni per l’occupazione del suolo pubblico da parte degli uffici comunali». Cantoni e Garino hanno quindi sollecitato l’esecutivo per sapere «se gli organizzatori del banchetto in questione avessero richiesto e ottenuto l’autorizzazione per l’occupazione del suolo pubblico. In caso contrario, se i pubblici ufficiali presenti alla cerimonia abbiano posto in essere le necessarie verifiche». E tagliano corto: «Qualora non vi fosse stata alcuna precedente autorizzazione, l’organizzazione è passibile di sanzione amministrativa? E’ corretto concedere l’uso del suolo pubblico per fini elettorali in concomitanza di cerimonie ufficiali ed eventi organizzati o patrocinati dall’Amministrazione comunale?».