Bertot medita le dimissioni da consigliere comunale
«E’ un tema che proporrò al gruppo alla ripresa dopo le vacanze dell’attività politica e di cui parlerò eventualmente anche a chi potrebbe subentrarmi».
Bertot medita le dimissioni da consigliere comunale ad ottobre, quando festeggerà i trent'anni di politica in città
Bertot medita le dimissioni
Fabrizio Bertot dai banchi della minoranza dovrebbe fare opposizione ad una Giunta alla quale ideologicamente è molto vicino, non fosse altro per la presenza del sindaco Martino Zucco Chinà. E non è un caso che abbia votato la “fiducia” in consiglio comunale ad un primo cittadino che non era quello che ha sostenuto in campagna elettorale.
«E quel voto è la dimostrazione che non ho pregiudizi. Mi sono ritrovato in quello che ha detto. D’altronde è “un di cui” del programma che aveva presentato il mio di candidato, Claudio Agnese. Siamo tutti figli della stessa esperienza amministrativa, abbiamo la stessa visione dei problemi e la stessa modalità di soluzione. Non ho rilevato grandi differenze. Detto questo, Martino lo conosco da tempo e se propone determinate cose è perché poi le vuole realizzare. E’ persona seria e di parola e do per scontato che quelle siano le sue reali intenzioni su quanto vorrà fare. Non è certo come Rostagno che navigava a vista e non sapeva cosa fare. Votare contro un qualcosa di simile alla nostra proposta non era possibile. Non ci resta che aspettare la realizzazione del programma. Io sono quello con maggiore aspettative»
Ma c’è un ma. Zucco Chinà ha una vice sindaca che dal punto di vista ideologico politico si discosta dal vostro (suo e del sindaco) modo di pensare. E’ un problema?
«Prima, una puntualizzazione».
Mi dica.
«Per educazione ho chiesto a Marina Vittone, visto che il sostantivo sindaca mi fa orrore, come avrebbe voluto essere chiamata e mi ha detto che vice sindaco le va benissimo». (Spero ci perdonerà l’uso del pronome al femminile, per amor di grammatica, ndr)
Ne prediamo atto, allora. Ma torniamo però al punto politico sul vice “sindaco”?
«Le mie riserve non sono né su Martino né sul programma e con la votazione l’abbiamo dimostrato. Ma neanche nei confronti di Marina perché nell’elenco di cosa vogliono realizzare nei prossimi cinque anni non ho letto nulla di riconducibile alle sue derive ecologiste ed estremiste quali la chiusura della centrale del teleriscaldamento o blocchi del traffico che sono sempre stati solo i suoi temi. Se poi col tempo noteremo che l’azione si discosterà dalle cose scritte nel programma e dette in Consiglio lo farò notare. Per ora non c’è nulla che mi spaventi: niente aumenti di tasse o nulla sull’inclusione; a proposito trovo corretto come è stato affrontato il tema dell’inclusione».
Nel senso?
«Io all’inclusione ne do una declinazione sociale nel senso che in quel capitolo si debba parlare di anziani, disabilità, fragilità economica e delle azioni da mettere in campo per evitarne il rischio dell’isolamento sociale. Tema diverso, invece, le minoranze etniche che sono un specifico problema e che nulla ha che vedere con l’inclusione che è un tema, ripeto, plurale. E vedremo come questa amministrazione verrà declinarlo, ma da quanto sentito fin’ora da Martino mi sembra che stia andando verso la direzione giusta».
Non solo sull’eccezione inclusione, così come l’ha spiegata, vi siete trovati d’accordo da quanto si è evinto dal suo discorso in Consiglio.
«No, anche su altro. Come ad esempio la volontà di riaprire il dialogo col Consorzio Irriguo di Rivarolo interrotto in modo brusco quando la Giunta Rostagno ha varato il nuovo Piano di protezione civile senza interfacciassi col Consorzio che pare abbia intenzione di rivolgersi al Tar, proprio per impugnare quel Piano nel quale, ripeto, non sono stati coinvolti all'atto della stesura»
Senta Bertot, fin dalla sera dello spoglio e quindi del risultato che non ha premiato la sua lista sono rimbalzate voci su eventuali sue dimissioni da consigliere comunale: narrazioni post elettorali senza basi o qualcosa di reale?
«Sì, è vero: sto pensando di dimettermi. E’ un tema che proporrò al gruppo alla ripresa, dopo le vacanze, dell’attività politica e di cui parlerò eventualmente anche a chi potrebbe subentrarmi. Ma è una questione che valuteremo ad ottobre, perché in quel periodo saranno 30 anni dalla prima elezione a consigliere (era la tornata in cui Edoardo Gaetano diventerà sindaco) e può anche dirsi che decida di dimettermi. Come tutti i grandi campioni ritirerò la maglia (sorride, ndr)».
E inizierà di nuovo a guardare verso l’Europa?
«In realtà sto guardando tante cose. Innanzitutto alla Provincia, o meglio, alla riforma della Città Metropolitana. Fino adesso sono stato molto preso dal mio ruolo di segretario provinciale di Fratelli d’Italia avendo appena finito il lavoro per la Giunta regionale. Diciamo che da “vecchia gloria” della politica continuerò anche perché ci sono ancora tante cose da fare. Per ora faccio il consigliere … di consigli».
Maurizio Vermiglio