Agevolazioni fiscali

Bonus 110%, facciamo un po’ di chiarezza con la senatrice Tiraboschi

Maria Virginia Tiraboschi, senatrice torinese di Forza Italia, approfondisce un tema molto controverso.

Bonus 110%, facciamo un po’ di chiarezza con la senatrice Tiraboschi
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I bonus fiscali, tra cui il cosiddetto superbonus 110%, sono strumenti varati per il rilancio dell’economia. Il Governo ha recentemente rivisto alcune parti, causando anche dibattiti all’interno della maggioranza. Per la senatrice torinese di Forza Italia Maria Virginia Tiraboschi, a cui abbiamo chiesto alcuni chiarimenti, “tutti questi superbonus non sono così utili” e “sarebbe urgente tagliare la spesa corrente per recuperare risorse da investire in misure e riforme strutturali”.

Tiraboschi: un po’ di chiarezza sul bonus 110%

E’ lapidaria la senatrice Maria Virginia Tiraboschi:

“In Italia si potrebbe dire ‘Fatta la legge trovato l’inganno’ dall’antico motto latino ‘Facta lex inventa fraus’, per spiegare che non è bastato il DL Antifrodi di novembre 2021 per fermare i disonesti”.

Di quali disonesti sta parlando?

“Un sistema tutto campano nel 2021 sfruttava le pieghe normative del DL Rilancio per intascare i milioni di euro delle agevolazioni per i bonus edilizi, senza nemmeno preoccuparsi di creare pezze d’appoggio, le cosiddette ‘fatture false’ per costituire i crediti d’imposta falsi, successivamente inseriti nella piattaforma dell’Agenzia delle Entrate. Il valore dei crediti sequestrati ammonta a quasi 800 milioni di euro, importo che per la parte più significativa attiene ai bonus facciate”.

Questo ennesimo caso obbliga a delle riflessioni?

“La prima riflessione riguarda l’utilità dei bonus, che in Italia abbondano e in taluni casi si sovrappongono e che riguardano non solo il settore della casa, ma anche quelli della famiglia, del lavoro, della mobilità, delle auto, degli studenti, delle cure psicologiche e tanto altro ancora per un totale di circa 40. Tutto iniziò nel lontano 2020 quando l’allora Governo Conte decise di attuare la ‘politica dei bonus’ che è costata allo Stato italiano oltre 100 miliardi di euro all’anno nell’ultimo triennio”.

Ma questi bonus sono stati e sono utili?

“La domanda che le persone di buon senso si pongono senza necessariamente avere un profilo da economisti è: ‘Tutti questi bonus sono davvero necessari e utili per la ripresa dell’economia?’. Le ristrutturazioni per migliorare il patrimonio edilizio e per il risparmio energetico erano presenti da tempo grazie all’ecobonus, che copriva il 60-65% della spesa, una quota generosa che aveva già determinato qualche contraddizione, distribuendo il 10% dei fondi anche ai più ricchi che non avrebbero così tanto bisogno. Il superbonus ha esasperato queste contraddizioni e non si sa ancora se avrà davvero dato un contributo positivo all’ambiente. Un vero effetto boomerang al quale, al di là del blocco populista, hanno concorso in molti: banche, imprese, proprietari di case, mediatori, insomma tutti molto interessati al business”.

E lei cosa ne pensa?

“Io credo che tutti questi superbonus non siano così utili e che sia invece quantomai urgente - anche alla luce di un’imminente fine all’acquisto di titoli di Stato da parte della Bce, che a breve porterà in alto i tassi di interesse, rialzo questo che rappresenterà un problema significativo per un paese quale l’Italia, già fortemente indebitata prima del 2020 - tagliare la spesa corrente in modo da recuperare risorse da investire in misure e riforme strutturali per dare robustezza a un’economia, che ha subito e che ancora oggi è vittima di una crisi di produttività, che dura da anni e che è stata ulteriormente aggravata dagli eventi straordinari degli ultimi due anni. Il cambio di passo sarà decisivo per non abusare troppo della ‘resilienza’ del tessuto produttivo che sta per finire e che con l’autunno potrebbe definitivamente cessare. Auspico, pertanto, che le risorse si recuperino per dare il via a una politica espansiva, che contrasti l’aumento dell’inflazione e il caro bollette e che serva a rilanciare consumi sostenibili e investimenti nei settori strategici per riqualificare l’offerta produttiva oltreché, durante la transizione, una spesa pubblica efficiente e di qualità”.

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