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Canavese vs Eporediese: sindaci e consiglieri in dibattito

Non solo una questione in termini amministrativi ma anche di posizionamento politico ai livelli superiori

Canavese vs Eporediese: sindaci e consiglieri in dibattito
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Canavese vs Eporediese: sindaci e consiglieri in dibattito dopo le dichiarazioni del primo cittadino di Rivarolo Martino Zucco Chinà.

Canavese vs Ivrea

Canavese versus Eporediese: cosa ne pensano gli amministratori del territorio? La prospettiva «isolazionista» (per usare un termine in voga in questi tempi di rivalse trumpiane) proposta dal sindaco di Rivarolo Martino Zucco Chinà - che sogna un Canavese Occidentale sempre più smarcato e indipendente da Ivrea a livello di servizi e opere - è condivisa dagli altri rappresentanti della politica locale? Nonostante l’insistenza su una precisa differenza identitaria tra Canavese ed Eporediese, sembra trascendere i colori politici l’idea che lo sviluppo dell’intera area a nord di Torino passi da una necessaria collaborazione tra territori.

Pasquale Mazza

«Dobbiamo prendere a modello l’esperienza delle Langhe e del Monferrato, capaci di lavorare assieme pur nelle differenze - afferma Pasquale Mazza, sindaco di Castellamonte ed esponente del PD - E’ vero che dobbiamo cercarci una nostra identità, su questo Zucco Chinà ha ragione, ma è importante muoversi in sinergia con l’Eporediese». E in merito allo sbilanciamento di servizi e opere tra le due “ali” del territorio: «Per quanto riguarda l’ospedale è evidente che abbiamo perso la battaglia, ma in merito alla viabilità il discorso è diverso. Intanto sta procedendo l’iter per la variante della 460, e in secondo luogo è necessario che si lavori tutti assieme per evitare la revoca del finanziamento per il nuovo Ponte Preti, perché si tratta di un collegamento per i nostri centri come per quelli eporediesi. Poi, è chiaro che dobbiamo lavorare per il potenziamento dei trasporti, e su quello io sono assolutamente al fianco di Zucco Chinà. Per il Canavese dobbiamo fare come a livello nazionale si è fatto per ottenere la liberazione di Cecilia Sala: lavorare tutti assieme per raggiungere l’obbiettivo».

Vittorio Bellone

Sulla stessa linea di pensiero del primo cittadino di Rivarolo è Vittorio Bellone, sindaco di Favria vicino al centro-destra: «Reputo anch’io che noi siamo un territorio difforme da quello eporediese, per molteplici motivi: loro hanno autostrada, ferrovia, ospedale di un certo tipo con anche problematiche differenti. Ad oggi il vero territorio canavesano non eporediese è quello che fa capo a Rivarolo, Castellamonte, Cuorgnè, Favria, Valperga, Forno e cito solo i comuni più grandi... Noi abbiamo realtà e connotazioni molto differenti che portano vantaggi e svantaggi sotto tutti i punti di vista».

Mauro Fava

Anche il consigliere regionale cuorgnatese Mauro Fava (Forza Italia) fa leva sull’esigenza di una cooperazione pur tenendo conto delle specificità territoriali: «Io sono certamente dell’idea che “ogni campanile debba fare la sua ombra”; la verità è che il Canavese ha un’identità e l’Eporediese ne ha un’altra. Anche sotto il profilo economico-politico si tratta di due realtà completamente diverse: da un lato una zona a trazione manifatturiera e produttiva (si penso allo stampaggio a caldo in Alto Canavese), dall’altro un’area più legata al settore tecnologico. Detto ciò, dalla mia esperienza di amministratore prima in Comune, poi in Città Metropolitana e infine in Regione posso dire che la sinergia è essenziale: più si è assieme è più si è forti, più si è soli e meno si ottengono i risultati. Dovremmo imparare dai comuni del Cuneese, che ultimamente sono riusciti a collaborare per portare sul loro territorio opere al servizio di tutti. Se riuscissimo a far squadra tra Canavese, Eporediese e Ciriacese non ci mancherebbe nulla per competere con le aree della Regione che hanno ottenuto di più in questi anni. La nostra battaglia comune adesso deve essere quella per il Ponte Preti, che serve al Canavese e all’Eporediese come al Biellese e alla bassa Valle d’Aosta».

Alberto Avetta

E’ soprattutto su quest’ultimo concetto che pone l’accento anche Alberto Avetta, consigliere regionale canavesano di area PD: «Nessuno si salva da solo, mai. I nostri territori sono articolati, complessi e peculiari, e proprio queste caratteristiche sono da sempre la loro forza. La sfida sta proprio qui: bisogna fare ogni sforzo possibile per mettere a fattor comune ciò che unisce. Infrastrutture, trasporti e servizi possono essere temi su cui lavorare insieme. E che questa sia la strada giusta ce lo dicono anche gli imprenditori e i sindacati che, sugli obiettivi condivisi, chiedono unità alla politica, anche a quella locale. Il nuovo “Ponte Preti” e’ un passaggio strategico che unisce le due sponde del Canavese, ma per ottenerlo serve la massima compattezza. Quando abbiamo saputo farlo i risultati ci sono stati, al di là delle sensibilità politiche di ogni sindaco che, anche allora, erano diverse. Penso al Bioparco o all’esperienza positiva dei patti territoriali. Ovviamente le opportunità debbono essere reciproche. Uniti si vince. Da soli non si va da nessuna parte».

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