Chiusura del Capirone, opposizioni all'attacco
Ora le minoranze chiedono le dimissioni dell’assessore alle politiche sociali Carmela Masi
Chiusura del Capirone, opposizioni all'attacco sulle scelte dell'Amministrazione in merito alla Rsa. Ora le minoranze chiedono le dimissioni dell’assessore alle politiche sociali Carmela Masi.
Chiusura del Capirone
Sulla questione Capirone, ora le opposizioni chiedono la testa dell’assessore alle Politiche Sociali Carmela Masi. A farlo in modo chiaro è il gruppo Uniti per Leini che sulla vicenda della chiusura della Rsa e lo spostamento degli anziani in una nuova struttura ha un parere fortemente critico nei confronti della giunta. «A nessun amministratore sarebbe mai venuto in mente di sfrattarne gli ospiti, per nessun motivo – dice il consigliere di minoranza Gabriella Leone. Le soluzioni per evitare questa situazione incresciosa c’erano. Le tanto sbandierate promesse su trasparenza, collaborazione, sul cittadino al centro dell’azione amministrativa si infrangono rumorosamente nei fatti. Il sindaco Renato Pittalis ha agito tenendo conto unicamente dell’aspetto economico. Per svariati decenni gli amministratori hanno trovato delle soluzioni per far andare avanti il Capirone. E c’erano soluzioni che si potevano mettere in campo anche oggi. Lavorarci per farlo funzionare al meglio sarebbe stato indubbiamente più difficile e faticoso. E servivano capacità che evidentemente l’attuale sindaco non possiede».
«Cedere il Capirone è stata una scelta politica»
«Cedere il Capirone non è stata una scelta tecnica come vogliono far credere e come continuano a narrare - continua Leone - cederlo è stata una scelta politica chiara ed evidente e prima ammettono questo, prima questa amministrazione si toglie la maschera e si palesa per quel che è. È acclarato che si potevano fare scelte completamente differenti: si poteva ampliare il Capirone, si sarebbe potuto realizzare la Casa di Comunità in altro luogo oppure si sarebbe potuto fare entrambe le cose utilizzando lo spazio circostante la medesima struttura. Non è ammissibile che il sindaco e la sua giunta smistino come pacchi postali i “nonni e le nonne” in strutture sparse per tutta la Regione Piemonte per chissà quanto tempo, visto che la nuova Rsa è solo un’idea. Per la gestione avuta fino a qui riteniamo che l’assessore alle politiche sociali Carmela Masi, dovrebbe prima porre rimedio alla situazione e poi rassegnare le sue dimissioni». Critico anche il consigliere Francesco Faccilongo che commenta così l’andamento della vicenda: «Riteniamo totalmente deprecabile l’azione politica ed amministrativa fin qui attuata dal sindaco e dalla sua giunta, laddove le ragioni economico-finanziare surclassano quelle inerenti la cura e l’attenzione nei confronti di persone in condizioni di estrema fragilità. Denunciamo, ancora, l’atteggiamento ipocrita nonché opportunista di una maggioranza che ha palesemente disatteso quanto proclamato in fase elettorale in termini di trasparenza e di dialogo con i cittadini. Il nostro gruppo si adopererà, pertanto, affinché il trasferimento delle persone ricoverate presso l’Rsa Capirone venga prorogato fintantoché l’amministrazione non sia in grado di offrire soluzioni condivise e concordate con i cittadini interessati.
Le parole del segretario locale del Pd
Sulla vicenda interviene anche il segretario del Pd Luca Torella che dice: «Purtroppo l’amministrazione Pittalis ha dimostrato come non solo non riesce a dialogare politicamente, calando dall’alto questo accordo, senza alcun tentativo di condivisione con l’opposizione e/o con le parti sociali, addirittura cosa ancor più grave, non si è preoccupata neppure di informare i diretti interessati. Il nostro interesse – conclude Torella - a differenza di quello dell’amministrazione che pensa solo al risvolto economico, è rivolto ai dipendenti, che rischiano di perdere il proprio posto di lavoro; agli ospiti che possono essere smistati in realtà anche lontane; ai familiari costretti a subire situazioni frutto dell’incapacità del sindaco e della sua giunta».