Strambinello, Quagliuzzo, Parella, Colleretto Giacosa e Loranzè

Fusione dei Comuni dell’ex Pedanea: la mozione riaccende il dibattito e divide le amministrazioni

Il consigliere di PArella Enrico Zulian propone un incontro pubblico e un sondaggio tra i cittadini, ma sindaci e opposizioni restano divisi tra scetticismo, cautela e netti rifiuti

Fusione dei Comuni dell’ex Pedanea: la mozione riaccende il dibattito e divide le amministrazioni
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Fusione dei Comuni dell’ex Pedanea: la mozione riaccende il dibattito e divide le amministrazioni. Il consigliere di Parella Enrico Zulian propone un incontro pubblico e un sondaggio tra i cittadini, ma sindaci e opposizioni restano divisi tra scetticismo, cautela e netti rifiuti.

Fusione dei Comuni dell’ex Pedanea

Sta facendo discutere la mozione presentata dal consigliere Enrico Zulian nell’ultima assise civica a Parella al fine di impegnare il sindaco Roberto Balma a convocare una riunione pubblica per parlare (di nuovo) della fusione fra i paesi dell’ex Pedanea (Strambinello, Quagliuzzo, Parella, Colleretto Giacosa e Loranzè). Ed anche di «referendum», affinché ad esprimersi siano i cittadini. Ma la proposta ha già «spaccato» la maggioranza in assise civica (due consiglieri l’hanno bocciata).

Il sindaco di Parella, Roberto Balma

«Si tratta di convocare un incontro pubblico per informare la popolazione sui pro e contro delle fusioni; e più che di un referendum di un sondaggio in paese - precisa il primo cittadino di Parella - E’ una proposta “messa sul piatto”, sappiamo che se n’era già discusso tra il 2018 e il 2019, poi il confronto si era arenato. Vedremo ora dove ci porterà». Un tema dibattuto durante il mandato dell’ex sindaco di Parella Marco Bollettino mentre i centri dell’ex Pedanea cercavano almeno di «fondere» alcuni servizi attraverso l’Unione collinare Terre del Chiusella. Esperienza naufragata, senza la partecipazione di Loranzè - contrario già al momento della fondazione dell’ente - e tra non pochi contrasti politici.

Il sindaco di Quagliuzzo, Ernesto Barlese

«Se n’era discusso quando la legge Del Rio prevedeva l’erogazione di contributi ai Comuni che si univano, come avvenuto per Val di Chy e Valchiusa nel 2019 - commenta il sindaco di Quagliuzzo, Ernesto Barlese - Ma per l’ex Pedanea non era stato raggiunto alcun accordo a fronte dei contrasti già presenti nell’Unione collinare. Sarebbe necessaria una riflessione condivisa tra le Amministrazioni e servirebbe capire l’opinione dei cittadini, non è detto che la fusione porti solo benefici, ci sono molti aspetti da valutare. Nel frattempo la legge è cambiata e sono mutate le condizioni - conclude Barlese - In passato sono prevalsi i campanilismi, non è stato possibile nemmeno procedere con l’associazione di alcuni servizi tramite l’Unione collinare».

Il sindaco di Loranzè, Claudio Marchiori

Scettico pure il sindaco di Loranzè, Claudio Marchiori: «Va discusso in Consiglio, non è un tema da decisione monocratica o estemporanea e, soprattutto, occorre capire se ci sono le condizioni amministrative e sociali per poterla realizzare. È un tema molto complesso e va affrontato nei modi e nei tempi più adeguati, senza partenze accelerate improvvise. Quello delle fusioni è un tema molto interessante, ma altrettanto delicato da trattare, perché coinvolge non solo questioni economiche, bensì storiche e organizzative». Marchiori evidenzia: «Pensiamo alla riorganizzazione del personale e alla distribuzione dei servizi su aree diverse, alle compensazioni fra i centri che si devono aggregare, alle priorità da individuare: tutte problematiche da soppesare con grande cautela. Non tutte le fusioni, per quanto ne so, sono state un risultato felice».

Il consigliere di opposizione di Strambinello, Massimo Iaretti

Decisamente contrario è il consigliere di opposizione di Strambinello, Massimo Iaretti (MPP), già amministratore a Parella, nonché esponente nell’allora Unione collinare e oggi nel Comitato nazionale contro le fusioni dei Comuni. La sua riflessione parte dal 1929, quando durante il Ventennio i cinque Comuni vennero raggruppati nella Pedanea. Ma nel 1947 recuperarono poi la propria autonomia. «Credo sia un tentativo inutile per l’ennesima volta - dice - A parte il fatto che ci sia un voto popolare e sia espressa a maggioranza da tutti i Comuni interessati, ad oggi ad eccezione di Parella nessuno sa nulla».
Per Iaretti i contributi non bastano: «Perché una volta finiti i fondi, i paesi hanno ormai rinunciato alla loro identità. La strada da seguire forse sarebbe quella di tornare all’Unione, seppur già percorsa senza successo, oppure a convenzioni sui servizi». Ponendo come esempi altri paesi nell’Alessandrino evidenzia: «Un Comune si è trovato il passivo dell’altro paese, bisogna fare attenzione a questi passaggi», conclude ribadendo la sua totale contrarietà.